I neonati prematuri rischiano di
contrarre infezioni batteriche maggiormente rispetto a quelli a
termine. È quanto emerge da un recente studio dell'Università di
Modena e Reggio Emilia pubblicato sulla rivista Plos One e
coordinato dalla Neonatologia dell'Aou di Modena, diretta dal
professor Alberto Berardi.
Il centro modenese ha coordinato i punti nascita della
regione Emilia-Romagna in uno studio condotto su oltre 146mila
neonati dal 2009 al 2012, a caccia di infezioni batteriche. Uno
studio retrospettivo, effettuato quindi sul "passato", che -
spiegano i ricercatori - "costituisce ad oggi la più grande
indagine epidemiologica sul tema mai realizzata in Italia".
L'indagine ha ricercato le infezioni batteriche dei bambini
con un'età inferiore ai 90 giorni di vita e indagato la
tipologia delle infezioni, i patogeni coinvolti, la severità
delle malattie e le loro complicanze. Dallo studio è emersa una
particolare suscettibilità alle infezioni nei neonati di età
gestazionali più basse (sotto 28 settimane o 1500 grammi).
Rispetto ai neonati a termine, questi "hanno un severo aumento
del rischio di contrarre infezioni (oltre 100 volte) e di morire
a causa di esse (rischio aumentato di oltre 800 volte). Tra i
patogeni documentati, lo Streptococco B è risultato essere in
Emilia-Romagna la prima causa di meningite nei bambini poco
pretermine, mentre altri patogeni (Escherichia coli) sono
risultati causa importante di decesso nei grandi
pretermine".
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