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Additivi e conservanti usati per i cibi aumentano la sedentarietà

Additivi e conservanti usati per i cibi aumentano la sedentarietà

Uno studio mostra che i fosfati nei topolini impoveriscono i muscoli di energia

ROMA, 08 gennaio 2019, 14:13

Redazione ANSA

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I fosfati potenzialmente pericolosi per l 'organismo sono quelli aggiunti ai cibi come conservante - RIPRODUZIONE RISERVATA

I fosfati potenzialmente pericolosi per l 'organismo sono quelli aggiunti ai cibi come conservante - RIPRODUZIONE RISERVATA
I fosfati potenzialmente pericolosi per l 'organismo sono quelli aggiunti ai cibi come conservante - RIPRODUZIONE RISERVATA

Anche gli additivi e i conservanti del cibo potrebbero contribuire alla sedentarietà, infatti, uno studio pubblicato sulla rivista Circulation mostra che i fosfati (presenti in moltissimi cibi, specie quelli confezionati) riducono la capacità di movimento in animali impoverendo i muscoli di energia e che un eccesso di fosfati nel sangue è associato a sedentarietà nell'uomo.
    Lo studio è stato condotto da Wanpen Vongpatanasin della UT Southwestern Medical Center di Dallas che spiega: non si dovrebbero mangiare più di 700 milligrammi di fosfati al giorno ma circa un terzo delle persone ne consuma quotidianamente 3-4 volte di più.
    I fosfati potenzialmente pericolosi per l'organismo sono quelli aggiunti ai cibi come conservante: si ritrovano ad esempio nei cibi pronti surgelati, nelle carni lavorate come wurstel e salsicce, nelle bibite.
    I ricercatori texani hanno visto che i topolini cui è somministrata una dieta molto ricca di fosfati inorganici nell'arco di 12 settimane presentano difficoltà a fare attività fisica, ridotte fonti di energia nei muscoli e modifiche nel funzionamento di geni importanti per il metabolismo dei muscoli.
    Inoltre gli esperti hanno studiato i livelli di fosfati nel sangue del campione afferente allo studio Dallas Heart Study e visto che maggiore era la concentrazione di questi composti nel sangue, più sedentari risultavano gli individui.
    Data la pervasività di queste sostanze nell'industria alimentare, concludono i ricercatori, è auspicabile che ulteriori studi siano condotti in questo ambito.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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