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25 aprile a Sant'Anna di Stazzema, paese martire patrimonio europeo

25 aprile a Sant'Anna di Stazzema, paese martire patrimonio europeo

'Marchio' Ue al Parco della Pace memoria eccidio SS 560 civili

ROMA, 13 aprile 2024, 19:49

di Alessandra Magliaro

ANSACheck

SANT 'ANNA DI STAZZEMA 'PATRIMONIO EUROPEO ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' uno degli eccidi simbolo della brutalità della guerra nel nostro Paese quello accaduto il 12 agosto 1944 quando furono uccisi dai nazifascisti 560 tra bambini, donne e anziani nella frazione Sant'Anna a Stazzema (Lucca) in Toscana. Il 25 aprile 2024  cade alla vigilia degli 80 anni di un orrore che (come quello di Marzabotto dell'autunno dello stesso anno)  è nella memoria degli italiani come ha ricordato spesso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e prima di lui Sandro Pertini.
Mentre i pochi superstiti, all'epoca bambini, che riuscirono a salvarsi da quella mostruosità compiuta dai soldati tedeschi della 16/a divisione delle SS, guidata dal generale Max Simon, sui monti dell'Alta Versilia, ci stanno lasciando come nel novembre scorso Lilia Pardini, la notizia di oggi è che anche l'Europa riconosce il valore di quel posto. Un simbolo di pace, un presidio di memoria quel paesino minerario martire. La Commissione europea ha conferito a Sant'Anna di Stazzema (Lucca) il 'Marchio del Patrimonio europeo 2023' "luogo della memoria che commemora le sofferenze subite dalle popolazioni civili durante le guerre. Il Parco della Pace rappresenta un sito significativo e ben concepito per discutere dei conflitti politici e promuovere i valori europei", si legge nelle motivazioni". Se infatti il 12 agosto 1944 su Sant'Anna di Stazzema scese il buio della umanità, si deve al superamento dell'idea di guerra con l'istituzione del Parco della Pace nel 2000 in quei luoghi un enorme esempio per sempre. Non più solo cimitero ma testimonianza e memoria dove ritrovare civiltà.
    La mattina di quasi 80 anni fa centinaia di corpi rimasero a terra, bruciati, straziati. Erano nonni, madri, figli piccoli e nipoti, i paesani e gli sfollati saliti a cercare un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l'ultima nata nel paese, di appena 20 giorni; uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto; uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle; uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente; uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma. Una storia che oggi ancora ci dilania. Nelle testimonianze emerse la collaborazione dei fascisti locali . 
L'Associazione Martiri di Sant'Anna è tra le voci più vive di questa memoria con itinerari, eventi, mostre come l'ultima nel marzo scorso dedicata alle donne dell'eccidio: ben 258, di cui 43 bambine.   Tre di loro hanno ricevuto la Medaglia d'oro al merito civile per gli atti di eroismo compiuti durante l'Eccidio.
Per saperne di più https://www.santannadistazzema.org/
   

La storia di quell'alba del 12 agosto 1944 a Sant'Anna di Stazzema

All’epoca Sant’Anna era ancora più defilata e di difficile accesso di quanto lo sia oggi; per raggiungerla si dovevano percorre le vecchie mulattiere che da Valdicastello (Pietrasanta) e dal versante di Stazzema vero e proprio raggiungevano il villaggio di Sant’Anna dopo almeno due ore di difficile e faticosa marcia. Fu proprio questa caratteristica che spinse nell’estate del 1944 un migliaio di sfollati a raggiungere questi luoghi ritenuti praticamente inaccessibili.
Eppure il 12 agosto 1944 Sant’Anna venne circondata da quattro colonne SS tedesche.
Le quattro compagnie si mossero dalla zona di Pietrasanta intorno alle tre di notte percorrendo quattro diverse direttrici e raggiungendo verso le sei del mattino la vallata del paese. La salita fu pertanto compiuta durante la notte, e fu quindi essenziale la guida di italiani, per lo più versiliesi, profondi conoscitori dei luoghi, per raggiungere i vari borghi del paese.
Alcuni superstiti dell’eccidio hanno rilasciato precise testimonianze in merito all’operato di questi italiani rinnegati. Individui col volto coperto, che parlavano italiano, addirittura in dialetto versiliese.
Con la partecipazione attiva alle stragi dell’estate 1944, i fascisti scrissero la pagina più infame della loro collaborazione con l’occupante nazista, dopo essersi già macchiati di gravissime colpe, dalla fucilazione di partigiani, alle violenze e ai soprusi commessi ai danni della popolazione.

Il riconoscimento in Italia

"E' diventato un simbolo nella memoria profonda della Nazione" dice il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.  "Si tratta di un luogo cardine della nostra storia che ha inciso, con la sua sofferenza, nel fondamentale processo di formazione della comune identità europea", spiega il titolare del Mic che lo scorso novembre al momento della preselezione nazionale dei siti italiani aveva indicato Sant'Anna e il complesso monumentale di San Vincenzo al Volturno, in Molise alla Commissione europea.
    Il sindaco di Stazzema Maurizio Verona sottolinea la soddisfazione "non solo come sindaco ma anzitutto come uomo e per i superstiti della strage che hanno dedicato gran parte della loro vita a cercare di trasferire la memoria del 12 agosto 1944 alle giovani generazioni attraverso una costante missione di testimonianza e di diffusione dei valori fondativi dell'Europa". Il governatore toscano Eugenio Giani ricorda che "il primo presidente della Regione Toscana Lelio Lagorio definì Sant'Anna di Stazzema 'capitale morale della Toscana' e aggiunge che "Sant'Anna con il suo esempio ci ricorda a cosa portino i nazionalismi e le ideologie di divisione". 

Gli altri siti patrimonio dell'Europa

    Insieme al Comune toscano sono stati premiati con il Marchio del patrimonio europeo altri sei siti: Cisterscapes - Paesaggi cistercensi per collegare l'Europa (Austria, Cechia, Germania, Polonia, Slovenia); il monastero di San Jerónimo de Yuste (Spagna); il Museo di Nostro Signore nel sottotetto (Paesi Bassi); il Teatro Reale di Toone (Belgio); Kalevala (Finlandia) e l'Ateneo romeno (Romania).

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