"Conosco la scuola da molto tempo, da
più di trent'anni intorno agli inizi di dicembre osserviamo
quello che definisco il rito stanco dell'occupazione delle
scuole statali da parte di minoranze studentesche. Esigue
minoranze di alunni che per velleità politiche, più che per
portare avanti gli interessi collettivi, si esercitano in queste
prove di forza". È quanto dichiara Mario Rusconi, presidente
ANP-Roma, all'ANSA e aggiunge: "In una fase così delicata per il
nostro paese, la nostra economia, l'occupazione, le
trasformazioni sociali in atto, ci aspetteremmo dai giovani, che
si stanno preparando a prendere in mano e guidare il nostro
futuro, maggiore consapevolezza e collaborazione. Proprio per
questo come presidente dell'associazione dei presidi di Roma
chiedo loro un incontro pubblico per ragionare sui reali
problemi che affliggono la scuola, tralasciando gli slogan che
possono creare rumore per una settimana ma poi non lasciano
traccia. Un incontro tra una delegazione di presidi, quella
degli amministratori degli EE. LL e quella degli studenti che
possa lanciare un manifesto di proposte realizzabili a medio e
breve tempo. I presidi e gli insegnanti nelle scuole tengono al
futuro dei giovani e delle famiglie, non sono contrari al
dialogo e al confronto se può portare buoni frutti per la
società". Continua sempre Rusconi: "Ai politici e agli
amministratori locali chiediamo uno sforzo non di solidarietà
nei confronti di queste giovani generazioni, sapendo che domani
sarà tutto finito nel dimenticatoio, ma uno slancio autorevole
nel fare da subito le cose di cui la scuola da troppo tempo
necessità". Infine conclude sempre Rusconi: "Siamo nella fase
post covid e di ricostruzione del paese, l'aumento dei contagi
con assembramenti incontrollabili nelle scuole può peggiorare la
situazione in generale, i danni che inevitabilmente sono
prodotti da queste occupazioni ricadono come costo pubblico su
tutti noi. Allora ci chiediamo che senso abbia tutto questo".
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