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De Raho, politica distratta su mafie

De Raho, politica distratta su mafie

Bonafede, non è vero. Per 50% italiani politici sono corrotti

ROMA, 19 ottobre 2018, 13:42

Redazione ANSA

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(di Valentina Roncati) Gli italiani non solo si sentono lontani dalla politica che viene avvertita come una sfera "altra" rispetto al proprio vissuto quotidiano ma addirittura la ritengono la prima causa della corruzione e del malaffare: il 50,3% pensa che i membri del Governo e del Parlamento siano coinvolti in modo significativo nella corruzione e per il 46,9% lo sono anche i membri dei partiti politici; tutto questo genera un vero 'disgusto' in molti giovani. Quanto alla mafia è sì ritenuta un fenomeno globale ma in qualche modo lontano: per il 52% è marginale o preoccupante ma comunque non socialmente pericolosa. E solo il 20% degli italiani crede che sia importante votare cittadini onesti come candidati politici per combattere la corruzione. E' il quadro, preoccupante, che emerge da "LiberaIdee" una ricerca dell'Associazione Libera sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione, che è stato presentato oggi a Roma presenti don Luigi Ciotti, Presidente nazionale Libera, Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia, Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Francesca Rispoli, dell'Ufficio di Presidenza di Libera e Marisa Parmigiani, responsabile Sostenibilità del Gruppo Unipol. Lo studio è di tipo quantitativo, con oltre 10.000 questionari in tutta Italia e comprende una ricerca qualitativa, con oltre 100 interviste alle associazioni di categoria. I risultati che sono emersi hanno allarmato il procuratore nazionale antimafia De Raho, che ha accusato la politica di posporre "l'attenzione alle mafie e alla corruzione a tanti altri problemi: ma quando ci sono corruzione e mafia l'economia va a fondo". E tuttavia quando lo si dice, ha sottolineato De Raho "è come se non si fosse in linea e quella voce viene sopita, non viene raccolta da nessuno. Questo è il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese, non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali". A lui a distanza ha replicato il Guardasigilli, Alfonso Bonafede. "Rispetto le sue parole - ha detto il ministro - ma mi sento di poter dire che oggi il nostro Paese può andare sempre più a testa alta in tutte le sedi internazionali perché si contraddistingue per l'impegno sul versante della legalità e per la lotta alla corruzione e alla mafia: mentre alla Camera è in corso l'esame in commissione della legge spazzacorrotti, al Senato è stata approvata in commissione la norma sul voto di scambio politico mafioso". La ricerca evidenzia come la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni finisce per coinvolgere, oltre alla stessa politica, anche la magistratura (per il 12,4%), le forze dell'ordine (per il 17%) e persino esponenti del clero; tutti vengono coinvolti in una generale crisi di credibilità. E certo anche che i condoni non fanno crescere "la fiducia, dei cittadini nelle istituzioni", ha sottolineato al convegno di stamane il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone. In particolare, ha detto, non c'è "un segnale che aiuta la fiducia quando ogni anno" i condoni "vengono più o meno ripetuti cambiando i nomi, come se bastasse questo a nasconderli". Anche Cantone ha sottolineato la preoccupazione per la mancanza di fiducia, sopratutto al sud, nelle istituzioni: "sono numeri spaventosi ed è preoccupante in particolare che la sfiducia emerga tra i più giovani", ha sottolineato il presidente dell'Anac, facendo notare come ben il 7,8% del campione abbia detto che le persone comuni non possono fare niente di significativo contro la corruzione e quasi il 90 per cento degli intervistati al Sud abbia una visione pessimistica della lotta alla corruzione: In sostanza viene fatta una delega a terzi nella lotta al malaffare mentre ciascuno è chiamato a fare la propria parte, hanno osservato tutti i relatori.
   

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