Il ministro della Protezione civile
e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha in agenda 3 temi
legati ai problemi della nautica da diporto per dare soluzioni.
Intervenendo agli 'Stati Generali' del settore, promossi da
AFINA nell'ambito della 50ma edizione del Nauticsud, Musumeci li
ha elencati: "Il primo riguarda il peso burocratico che soffre
ogni operatore del settore, per alleggerire la burocrazia dei
sistemi esistenti; il secondo mira a intervenire con le
istituzioni dei territori per risolvere il problema dei posti
barca, un suicidio che non possiamo permetterci; non ultimo il
valore del mare e la blue economy, che può divenire il motore di
crescita delle regioni del Sud". Gennaro Amato, presidente di
AFINA, ha così recepito il messaggio che è giunto dal Governo.
"Sono soddisfatto delle risposte ricevute dal Governo, che ci
fanno capire di non essere in un mare tempestoso, ma di poter
finalmente vedere la possibilità di soluzione a questo stato di
incertezze".
Musumeci ha poi proseguito: "Nelle filiere che compongono
l'economia blu la nautica è davvero il pulsante più armonico. La
nautica è motivo di orgoglio nazionale e figura tra le 8 filiere
di maggior importanza per il pil nazionale. Si tratta del meglio
del made in Italy con imprenditori che hanno tenacia, capacità
innovativa e gusto per la qualità, un risultato che non si
inventa e che ci rende secondi al mondo frutto di anni di tenace
impegno dei piccoli e medi imprenditori. In una condizione degli
Stati Generali della Nautica dobbiamo considerare lo stato di
salute della nautica da diporto - ha detto Musumeci - che appare
in ottima salute, ma anche con le difficoltà dietro l'angolo.
Pensate che il Sud, nell'economia del mare, ha un tasso di
crescita maggiore del Centro Nord". L'analisi della società di
studi PwC è chiara. Esiste un trend produttivo delle
imbarcazioni da diporto in crescita, ma le immatricolazioni
scendono rispetto al 2021 (da 84.633) a 83.093 del 2023. I
natanti, imbarcazioni sotto i 10 metri di lunghezza che non
necessitano di immatricolazione, sono in netta crescita
registrando 416mila unità. Questa analisi indica poi che in
Italia l'assenza degli ormeggi è una realtà.
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