Il giudice del lavoro di
Lanciano, Cristina Di Stefano, ha accolto il ricorso di un
lavoratore della Sevel di Atessa a cui il 7 febbraio 2017 fu
impedito di andare al bagno e si fece la pipì addosso. Il
risarcimento per danni all'immagine è stato quantificato in 5
mila euro. Quel giorno solo due ore dopo il dipendente riuscì a
cambiarsi nello spogliatoio. Il suo legale, l'avvocato Diego
Braccioli, spiega "Al dipendente è stato arrecato un concreto e
grave pregiudizio alla dignità personale, onore reputazione, dal
momento che è stato visto dai colleghi di lavoro con i pantaloni
bagnati per essersi urinato addosso. E' sempre stato un
lavoratore esemplare e non ha mai avuto un richiamo". L'Unione
Sindacale di Base dice "La dignità dei lavoratori non si tocca.
Il Tribunale di Lanciano ha accolto il ricorso del lavoratore
che non è stato autorizzato all'abbandono della postazione di
lavoro per recarsi ai servizi, condannando quindi la Sevel Spa
di Atessa a corrispondere un giusto risarcimento del danno".
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