Il rarissimo incunabolo del 1491
'La Commedia, con commento di Cristoforo Landino', prima
edizione interamente illustrata della Commedia di Dante, i
volumi di Cecco d'Ascoli, tra cui ' Acerba', definita anche 'L'
Anti Commedia', una sanguigna di Guercino, una seicentesca
miniatura su carta di Giovanna Garzoni e un'acquaforte di
Morandi. Sono solo alcune delle 91 opere presenti nella mostra
'Canti di Carta', in programma alla Pinacoteca Civica Bruno
Molajoli di Fabriano (Ancona) dal 19 marzo all'8 maggio.
Illustrata ad Ancona dal curatore Carlo Bachetti Doria e
dall'assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latini,
l'esposizione, ritardata dalla pandemia, intende celebrare i 700
anni della morte di Dante e nasce a seguito della
ricatalogazione del patrimonio artistico su carta di Ascoli
Piceno. "Durante questo faticoso lavoro, realizzato in oltre sei
mesi insieme ad esperti di varie epoche - ha detto Bachetti - ci
siamo resi conto di quanto materiale fosse ispirato alla Divina
Commedia e abbiamo deciso di esporlo". "Un'occasione per
valorizzare e mettere in rete le eccellenze del territorio - ha
commentato Latini - ma anche per dare forma concreta ai progetti
legati alla legge regionale che riconosce Fabriano come Città
della Carta e della Filigrana e Ascoli Piceno e Pioraco come
Città della Carta".
La mostra presenta opere provenienti principalmente dalle
Civiche Collezioni del Comune di Ascoli, ma anche del Comune di
Montefiore dell'Aso, da raccolte d'arte private e da quelle
della Provincia di Ascoli Piceno, raggruppate in tre tipologie.
La prima, 'Matrice culturale', con libri rari e artistici
riferiti al sommo poeta e ai maestri e modelli culturali a cui
si è ispirato. La seconda, 'I cieli e le terre di Dante', con
mappe, cartografie terrestri, astronomiche e volumi sulla
cosmologia a lui riferibili. La terza, 'Opere d'arte su carta',
con dipinti, disegni, fotografie e opere grafiche di artisti che
nel corso dei secoli hanno interpretato visivamente il
capolavoro dantesco. Da Kiki Smith ad Adolfo De Carolis, da
Giuliano Giuliani ai Ghezzi, da Osvaldo Licini a Mario
Giacomelli fino ai contemporanei, che Dante non ha mai cessato
di ispirare.
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