"Avevamo l'esigenza di dare la possibilità di giocare a calcio a persone con disabilità, volevamo creare qualcosa che permettesse ai nostri ragazzi di crescere, partire dallo sport e seguire i suoi valori per far sì che diventino il primo esempio di inclusione". Così Davide Leonardi, presidente e co-fondatore, racconta la nascita di Insuperabili, il progetto che partendo da Torino è diventato una rete di scuole calcio per persone con disabilità con conta 17 sedi in tutta Italia.
Ospite del primo appuntamento della seconda stagione dell'iniziativa 'Protezione e Sport' di Intesa Sanpaolo Assicura ad Area X, Leonardi ricorda gli inizi dell'avventura. "Cercavamo una scuola calcio per una nostra amica con sindrome di Down, ma non l'abbiamo trovata - racconta -. Pensare che il calcio non fosse davvero aperto a tutti ci sembrava strano, quindi abbiamo pensato di creare un nostro modello di scuola calcio aperta davvero a tutti, inclusiva al 100%, per diventare un esempio e creare in Italia un vero e proprio movimento di calcio per atleti con disabilità. Abbiamo cominciato con 4 atleti, oggi siamo 650".
Quello che contraddistingue Insuperabili è il metodo che, spiega Leonardi, "si basa prima di tutto sulle persone. Noi lavoriamo con dei team multidisciplinari costituti da professionisti di diversi settori, quello sportivo-calcistico e quello psico-educativo, e ogni ragazzo ha obiettivi individuali che rientrano poi in macro obiettivi di squadra. Uno dei maggiori orgogli è essere un po' diventati un modello di riferimento, che ha permesso anche a tantissime altre realtà di creare attività come le nostre".
L'obiettivo è quello di andare anche oltre il campo di calcio. "Quello che vogliamo - sottolinea Leonardi - è dare ai ragazzi delle skills da utilizzare nella vita quotidiana, utilizzare il calcio per migliorare la loro vita in tutti i campi. Noi lavoriamo per far emergere le qualità e potenzialità dei nostri ragazzi e poi proteggerle - prosegue -, per noi il valore della protezione è fondamentale. Spesso si pensa che le persone con disabilità non abbiano qualità da mettere al servizio degli altri - conclude -, invece è proprio sbagliato e noi vogliamo proteggere queste qualità, far sì che vengano riconosciute".
In collaborazione con:
Intesa Sanpaolo Assicura