TRENTO - "I grandi della terra, da Obama alla Lagarde, si dicono preoccupati per la crescita delle disuguaglianze, ma poi non danno indicazioni su chi deve fare e soprattutto sul cosa fare". A dirlo l'economista inglese Anthony Atkinson, particolarmente attento ai temi della giustizia sociale, tornato al Festival dell'economia dopo che aveva partecipato alla prima edizione, dieci anni fa. Di cose da fare ce ne sarebbero, secondo Atkinson, che nel suo ultimo libro ne ha elencate 16, tra cui usare la leva fiscale con funzioni redistributive, ad esempio, come avvenne nel secondo dopoguerra, e investire di più nello stato sociale. Ma anche combattere la disoccupazione, accrescere i salari più bassi, adottare il reddito di cittadinanza o di partecipazione, agire sull'accumulo di ricchezze e sul legame capitale-assunzione delle decisioni. A farlo, Atkinson non ha alcun dubbio, devono essere in primo luogo i governi. "Immagino che Renzi adesso stia dicendo che dobbiamo investire sul capitale umano - ha chiosato il professore a questo punto, ricordando che in contemporanea alla sua relazione si stava svolgendo l'incontro pubblico con il presidente del Consiglio italiano - . Ovviamente lo sottoscrivo ma non è l'unica cosa da fare. Innanzitutto, dobbiamo ricordare che innovazione, progresso tecnologico, globalizzazione non sono forze neutre. Qualcuno a monte prende delle decisioni. Se le decisioni vengono lasciate solo alle aziende e agli azionisti di queste aziende la tecnologia non necessariamente andrà a vantaggio dell'intera società".
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