(ANSA) - TORINO, 22 MAG - Impennata di vendite, anche fino
al 40% in più dell'anno scorso, per la maggior parte degli
editori, da Feltrinelli a Sellerio, Donzelli, La Nave di Teseo,
Giunti e Iperborea. E boom di pubblico che ha fatto raggiungere
velocemente il sold out in quasi tutte le sale. Si può dire che
quella dei trent'anni è stata un'edizione di grande successo per
affluenza e qualità.
Ancora non ci sono dati ufficiali ma se nel 2016 la fiera ha
chiuso con 127.596 biglietti staccati, quest'anno che ha visto
un pubblico record fin dal primo giorno, si potrebbe arrivare a
150 mila o superarli. Un risultato che ha portato oltre il
confine, tema di questa edizione e aperto un'altra era dopo lo
schiaffone dell'estate scorsa e la nascita di 'Tempo di Libri' a
Milano.
"Bisogna dirlo con coraggio: il Salone del libro è Torino,
ci vediamo a maggio 2018 e spero che anche gli editori più
grandi diano una mano a fare di questo Salone il più grande del
mondo" dice all'ANSA Massimo Bray. Mondadori tace e come
previsto aspetta la chiusura del Salone e l'elezione del
presidente dell'Associazione Italiana Editori. Mentre Bray
spiega: "Questi giorni mi hanno dato conferma che i cittadini
difendono i beni comuni con tutte le loro forze. Forse è un
insegnamento che dovrebbero osservare molte persone" e cita il
sondaggio di Youtrend secondo "il quale il 75% degli
intervistati darebbe un contributo economico per aiutare il
Salone del Libro ad andare avanti".
Insomma il dialogo è aperto ma con dei punti fermi che
questa volta stabilisce Torino, forte del popolo di lettori che
ha animato il Salone. "L'affluenza di pubblico di Torino
rispetto a quella di Milano la vediamo con i nostri occhi. La
città rivendica la necessità di un Salone che è qui" dice
all'ANSA Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale de
La Nave di Teseo . Al suo stand le vendite sono state "una cosa
eccezionale: "Pensavo che quest'anno non sarebbe andate bene
come nel 2016 e invece è andata meglio" sottolinea.
E l'editore Carmine Donzelli dice chiaramente che il Salone
di Torino "ha le gambe per correre da solo. Penso sia la
migliore edizione da tanti anni a questa parte. Torino mette al
centro il libro come bene comune e questo ha dato fastidio alle
major, ma gli è andata male" spiega e aggiunge che le vendite al
suo stand sono state del 20% in più. Insomma è un coro di
soddisfazione dalla maggior parte degli editori, molti
indipendenti e anche il Gruppo Giunti esprime soddisfazione.
Sandro Ferri della E/0, la casa editrice di Elena Ferrante,
sottolinea: "fra gli artefici di questo successo ci sono, oltre
alla città di Torino, al presidente Massimo Bray e al direttore
editoriale Nicola Lagioia, gli editori presenti qui, che sono
soprattutto indipendenti". Al suo stand le cose sono andate
molto bene: "Siamo almeno il 30% sopra l'anno scorso. Gli
incontri tutti sold out. Nessuno ha sentito la mancanza del
Gruppo Mondadori e Gems. Il salone è stato vitalissimo".
Sul futuro pesa anche l'elezione del presidente dell'AIE, il
28 giugno, e potrebbe essere confermato l'attuale, Federico
Motta, o arrivare una scelta alternativa. Le candidature saranno
presentate il 24 maggio al Consiglio Generale e tra gli altri
nomi che si fanno più insistenti quello di Riccardo Franco Levi.
"Noi continuiamo a dire, e soprattutto per il futuro, che deve
finire - sottolinea Ferri - questa equivalenza Aie uguale
editori. E sulla questione dello sdoppiamento del Salone: Torino
ha mostrato di fare un Salone bellissimo. Milano ne deve tenere
conto e se vuole fare il suo Salone lo deve fare in autunno"
sottolinea Ferri.
Per la Sellerio è il 'miglior Salone in assoluto. Le vendite
fino a oggi si attestano tra il 30-40% in più" dice Antonio
Sellerio che non è socio dell'Aie e non lo era da prima. E
aggiunge che "gli editori che non sono venuti quest'anno a
Torino penso che torneranno. Non credo vogliano rinunciare al
contatto con tutti questi lettori". Bene le cose anche per
Laterza che ha registrato, fino ad ora, il 20% in più delle
vendite e propone per Milano di "fare una manifestazione con un
taglio specifico e diverso. Il tema su cui lavorare è
l'innovazione in editoria, come cambia con internet e-book". E
per l'Aie si augura "una svolta. L'attuale presidente Federico
Motta ha fatto degli errori gravi".
Anche Elido Fazi, della Fazi editore punta il dito contro
l'Aie : "Motta se ne deve andare, abbiamo bisogno di un
presidente che non sia portavoce di nessuno e conosca tutta la
filiera del libro" dice soddisfatto delle vendite allo stand che
dovrebbero portarlo "a chiudere al 40% in più dell'anno scorso".
Feltrinelli che ha portato al Salone big come Richard Ford,
Daniel Pennac, Stefano Benni e Roberto Saviano ha un venduto
allo stand, fino al tardo pomeriggio di oggi, di circa il doppio
rispetto all'anno scorso. Benissimo anche per Iperborea che ha
venduto fino a ieri, quanto la Fiera del 2016" dice l'editore
Pietro Biancardi che si augura che "Tempo di Libri' si sposti in
autunno e si unisca a Bookcity".(ANSA).