(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 21 DIC - Investire in educazione
e lavoro, non nelle armi. E' il 'succo' del Messaggio di papa
Francesco per la 55/a Giornata Mondiale della Pace, che
ricorrerà il prossimo 1/o gennaio, pubblicato oggi dopo che il
Pontefice ne ha già consegnato un primo esemplare al presidente
Sergio Mattarella durante la visita in Vaticano di giovedì
scorso.
"Ai governanti e a quanti hanno responsabilità politiche e
sociali, ai pastori e agli animatori delle comunità ecclesiali,
come pure a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, faccio
appello affinché insieme camminiamo su queste tre strade: il
dialogo tra le generazioni, l'educazione e il lavoro. Con
coraggio e creatività", richiama il Papa su quelli che ritiene i
tre "strumenti per edificare una pace duratura". "E che siano
sempre più numerosi coloro che, senza far rumore, con umiltà e
tenacia, si fanno giorno per giorno artigiani di pace", auspica.
In particolare sul tema lavoro nell'odierno contesto
pandemico l'allarme di Francesco è molto serrato e diretto. "La
pandemia da Covid-19 ha aggravato la situazione del mondo del
lavoro, che stava già affrontando molteplici sfide", afferma.
"Milioni di attività economiche e produttive sono fallite -
spiega Francesco -; i lavoratori precari sono sempre più
vulnerabili; molti di coloro che svolgono servizi essenziali
sono ancor più nascosti alla coscienza pubblica e politica;
l'istruzione a distanza ha in molti casi generato una
regressione nell'apprendimento e nei percorsi scolastici".
Inoltre, "i giovani che si affacciano al mercato professionale e
gli adulti caduti nella disoccupazione affrontano oggi
prospettive drammatiche".
Ma non solo. In particolare, "l'impatto della crisi
sull'economia informale, che spesso coinvolge i lavoratori
migranti, è stato devastante". "Molti di loro - prosegue - non
sono riconosciuti dalle leggi nazionali, come se non
esistessero; vivono in condizioni molto precarie per sé e per le
loro famiglie, esposti a varie forme di schiavitù e privi di un
sistema di welfare che li protegga".
"A ciò si aggiunga - osserva Bergoglio - che attualmente solo
un terzo della popolazione mondiale in età lavorativa gode di un
sistema di protezione sociale, o può usufruirne solo in forme
limitate". E In molti Paesi "crescono la violenza e la
criminalità organizzata, soffocando la libertà e la dignità
delle persone, avvelenando l'economia e impedendo che si
sviluppi il bene comune". "La risposta a questa situazione -
aggiunge - non può che passare attraverso un ampliamento delle
opportunità di lavoro dignitoso".
C'è un altro punto in cui il Papa mette con severità il dito
nella piaga. "Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a
livello mondiale, il bilancio per l'istruzione e l'educazione,
considerate spese piuttosto che investimenti", osserva. "Le
spese militari, invece - denuncia -, sono aumentate, superando
il livello registrato al termine della 'guerra fredda', e
sembrano destinate a crescere in modo esorbitante". "È dunque
opportuno e urgente", rileva Francesco, "che quanti hanno
responsabilità di governo elaborino politiche economiche che
prevedano un'inversione del rapporto tra gli investimenti
pubblici nell'educazione e i fondi destinati agli armamenti". E
perseguire "un reale processo di disarmo internazionale non può
che arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni -
avverte -, liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera
più appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la
cura del territorio e così via". (ANSA).