(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 07 DIC - Cambiano in Vaticano le
norme per giudicare canonicamente i cosiddetti 'delicta
graviora' (delitti più gravi), quelli che feriscono in modo
particolare la Chiesa: dai delitti contro la fede a quelli
contro la santità dei sacramenti, fino a quelli contro la morale
cattolica, gli abusi sui minori e le persone vulnerabili. Con un
'Rescriptum', papa Francesco promulga una nuova versione delle
'Norme sui delitti più gravi riservati alla Congregazione per la
Dottrina della fede', quelli per i quali, in considerazione
della loro particolare gravità, l'ex Sant'Uffizio si riserva
l'ultima parola rispetto alle Chiese locali.
Viene dunque modificato e aggiornato il testo promulgato nel
2001 da Giovanni Paolo II e già emendato nel 2010 da Benedetto
XVI. I delitti contemplati nelle norme rimangono gli stessi. Ma
con i
cambiamenti effettuati con questo che è una sorta di 'decreto
attuativo", in primo luogo le norme vengono armonizzate col
nuovo Libro VI del Codice di diritto canonico promulgato nel
maggio 2021 e in vigore da domani: c'è un reciproco adattamento
e l'inserimento nelle norme dei nuovi canoni.
In secondo luogo vengono inglobati i numerosi provvedimenti
normativi di vario genere emanati soprattutto dal 2016 a oggi -
ad esempio il motu proprio Come una madre amorevole, il motu
proprio Vos estis lux mundi e i due rescritti del dicembre 2019
- e finalizzati a una più sicura e incisiva protezione penale
dei beni maggiori della Chiesa: la fede, la santità dei
sacramenti, la vita delle persone più deboli che hanno limitati
mezzi di protezione: minori e adulti con un abituale uso
imperfetto della ragione.
In terzo luogo l'aggiornamento delle norme intende migliorare
l'agire penale della Chiesa sui delitti riservati alla
Congregazione, tra cui i più gravi contro la morale e la
celebrazione dei sacramenti, riadattando la prassi alle norme
degli ultimi anni. Per esempio, le norme del 2010 davano
priorità al processo giudiziale lasciando quello extragiudiziale
- anche detto "amministrativo" - come eccezione. Ora, pur dando
priorità al primo si fa entrare anche il secondo nella prassi.
Diventa norma anche la possibilità di decretare la dimissione
d'ufficio dallo stato clericale, senza processo, anche per casi
contro la fede - come ad esempio quello di un prete che aderisca
a una comunità scismatica sottraendosi però al processo.
Le modifiche introdotte riguardano per lo più aspetti di
procedura, destinati a chiarire e facilitare il corretto
svolgimento dell'azione penale della Chiesa per
l'amministrazione della giustizia.
Tra i cambiamenti, oltre all'aggiornamenti dei canoni in base
al nuovo Libro VI del CIC che entra in vigore domani, la
possibilità di deferire direttamente alla decisione del Papa, in
merito alla dimissione o alla deposizione dallo stato clericale,
insieme alla dispensa dalla legge del celibato e - nel caso -
dai voti religiosi, anche i casi di particolare gravità di
delitti 'contra fidem'.
Vengono anche modificati i termini per la presentazione
dell'appello dopo la sentenza di prima istanza (da un mese a 60
giorni), così da uniformare la procedura giudiziale a quella
extragiudiziale. Si stabilisce inoltre la necessità di un
"patrono" che assista l'accusato
nella fase processuale, così da garantire ulteriormente il
diritto di difesa dell'accusato. I delitti contemplati restano
gli stessi, ma il loro elenco fa impressione: i delitti contro
la fede (eresia, apostasia, scisma), contro l'Eucaristia
(asportazione sacrilega o profanazione delle ostie consacrate,
simulazione del sacrifico eucaristico, concelebrazione con chi
non riconosce il sacerdozio), contro la Confessione (assoluzione
del complice del peccato contro il Sesto Comandamento, attentata
assoluzione o ascolto vietato della confessione, simulazione
dell'assoluzione, sollecitazione al peccato contro il Sesto
Comandamento col pretesto della confessione, registrazione e
diffusione delle parole dette dal confessore o dal penitente).
Tra i "delitti più gravi" c'è anche l'"attentata ordinazione
sacra di una donna". Infine, i delitti di pedofilia e
pedopornografia. (ANSA).