Rialza la testa il vino made in Italy che, con l'avanzare della campagna di vaccinazione anti-Covid e la riapertura delle attività di ristorazione in tutto il mondo, proietta il fatturato a livelli record, con un valore di oltre 12 miliardi a fine 2021, superando i risultati del periodo pre pandemia. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti su dati Istat presentata in occasione del primo Vinitaly Special Edition a Verona, che si svolge con la vendemmia in corso.
Un appuntamento che vedrà uno dei momenti più attesi nel “Wine2Wine business forum” - 18 e 19 ottobre - dedicato a formazione e networking, con 100 relatori internazionali, 17 aree tematiche, più di 1.500 operatori e manager, 70 speed meeting (della durata di 30 minuti) sulle tematiche più attuali del momento per le aziende e la community del vino.
Sono oltre 310mila le aziende agricole in Italia e 45.600 le aziende vinificatrici, di cui 518 coop che realizzano il 50% della produzione. Mentre sono 526 i riconoscimenti comunitari della produzione vinicola italiana. Dopo un 2020 chiuso a 6,3 miliardi di euro, con una perdita a valore del 2,3% sul 2019, l’export di vino tricolore rialza la testa e da Est a Ovest gli ordini parlano italiano. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sui dati doganali nei primi 7 mesi di quest’anno presso i 13 principali mercati della domanda di vino, che rappresentano i 3/4 delle vendite enologiche del belpaese nel mondo. Ripartono gli ordini di vino nel mondo, con gli scambi globali tra domanda e offerta che nei primi 7 mesi di quest’anno salgono del +10,3% sull’anno orribile del 2020 e si riportano in linea con i valori 2019. E con l’Italia che al confronto con il periodo pre-pandemico (2019) fa abbondantemente meglio del suo principale competitor, la Francia, comunque protagonista di una fortissima accelerazione. Anche nei prezzi medi il 2021 registra una netta ripresa rispetto all’ultimo anno (+8%). In generale, bene sia i vini fermi (+10,5%) che soprattutto gli sparkling (+18%). Dopo le mancate vendite nel fuori casa per 1,5/1,8 miliardi di euro registrate nel 2020, il vino italiano punta a rinsaldare il mercato interno, facendosi anche interprete dei nuovi trend di consumo. Alla Special Edition focus anche sullo stato di salute dell’horeca e delle enoteche del Belpaese con un’agenda di incontri firmati da Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Vinarius, oltre all’approfondimento sul mercato del vino nella distribuzione moderna tra nuovi equilibri e opportunità. Spazio anche al biologico con cantine e vini green, che nel 2020 hanno registrato un aumento delle vendite di quasi l’11%. E alla tre giorni veronese si registra il debutto della mixology, che vede i bartender più talentuosi e di tendenza cimentarsi in masterclass, approfondimenti e laboratori, alla ricerca di nuovi drink a base di vini, liquori e distillati.
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VERONAFIERE