“È fondamentale che la filiera del cemento e calcestruzzo venga preservata perché rappresenta una delle industrie strategiche per il paese”. Lo sottolinea il presidente di Federbeton, Roberto Callieri, aggiungendo che “sarebbe un peccato mettere a rischio la continuità operativa e perder un’eccellenza italiana”. Per cui, è necessario “mettere in atto meccanismi di protezione che ci permettano di continuare a operare”. La Federazione di settore delle associazioni del cemento e del calcestruzzo chiede al governo di sostenere il settore di fronte alle imminenti sfide future, a partire dalla decarbonizzazione. “Si tratta infatti di prospettive ambiziose di sviluppo non esenti, purtroppo, da rischi. C'è il rischio concreto che il tessuto industriale italiano perda competitività nei confronti dei Paesi extra-Ue che hanno standard ambientali, e di conseguenza costi, più bassi". Federbeton chiede in particolare di anticipare l'entrata in vigore del meccanismo Cbam (Carbon Border Adjustment) perché "il 2026 è troppo tardi e rischia di mettere a serio rischio la continuità operativa nazionale". Nello specifico, “sarebbe auspicabile integrare nel meccanismo Cbam anche le emissioni indirette, legate alla produzione di energia elettrica – spiega Callieri -. In Europa, infatti, il settore del cemento non può fruire del rimborso degli oneri emissivi legati ai consumi elettrici, a differenza della
maggior parte delle industrie energivore”. Il governo dovrebbe inoltre intervenire con misure "anti-shock", sul caro-materiali, che "mette a rischio l'operatività di molte imprese, le quali, trovandosi di fronte a mutate condizioni di business, potrebbero decidere di fermarsi perché troppo costoso"
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