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Paparelli, Defr non è elenco di cose fatte

Portavoce minoranza parla di documento con "molte lacune"

(ANSA) - PERUGIA, 14 DIC - "Il Defr non è un elenco di cose fatte, come illustrato dalla presidente Tesei, deve invece disegnare una prospettiva, una visione, con atti concreti non con parole. Devo anche dire che non prendiamo lezioni sui bilanci da lei, presidente": così il portavoce delle minoranze in Assemblea legislativa Fabio Paparelli, Pd, intervenuto in aula.
    Secondo l'esponente dell'opposizione "questo documento ha molte lacune: manca un'analisi dettagliata sugli effetti della pandemia, soprattutto su disagio e povertà, aumento delle disuguaglianze, non ci sono perdenti e vincenti a causa della crisi". "Si descrive in maniera superficiale - ha sostenuto - il tema del Pil con l'unico argomento del fallimento delle Giunte precedenti. Sottolineo però che in questo documento noi abbiamo delle stime, non dati ufficiali, numeri che vengono utilizzati a comodo. Sono le stesse stime che fino a qualche mese fa dicevano meno 14, oggi meno 9, domani chissà, vedremo poi i dati reali.
    La vostra occupazione preferita sembra quella di intestarvi ogni buona notizia e addebitare agli altri quelle cattive. Se abbiamo a cuore l'Umbria servono ragionamenti con una base solida. Nelle crisi c'è un impatto meno forte ma anche una ripresa meno vivace. Bisogna vedere tutti i dati. L'export va bene, ma andava già bene negli anni scorsi. l'Umbria è sempre stata sopra la media nazionale. E se vogliamo giocare coi numeri osserviamo che tra il 2015 e il 2019 il Pil è cresciuto di 115 punti base in Umbria, cioè siamo cresciuti meno della media nazionale ma non siamo certo arretrati, è una bugia. La propaganda non vi porta grandi risultati. Dovremmo indagare su altri indicatori per capire il crollo del Pil negli anni scorsi. E comunque nel 2020 non è andato su. Avete perso dai 3 ai 5 punti di Pil. Serve prudenza nel fare previsioni sulle stime. Se nel bilancio aveste stimato le entrate in base al calo del Pil non vi dovreste lagnare, ma le entrate maggiori non le troviamo. C'è anche un fatto eclatante: vi contraddite. Nella proposta di Defr trasmessa alla concertazione c'era una tabella sulla ripresa che prevedeva un incremento del Pil più basso rispetto al centro nord, ma questa tabella è stata tolta. Si tratta di un atto grave. Si dice solo che nel 2022 la crescita sarà più debole del 2021, omettendo la cattiva notizia. Ma il punto chiave è che manca la questione cruciale, quella della produttività, vale a dire l'attitudine a conseguire un risultato superiore ai mezzi impiegati, è il principale problema e causa del divario del Pil rispetto a regioni settentrionali, la soluzione è politica, servono più politiche pubbliche per aiutare imprese e famiglie a migliorare la propria redditività, ma questi temi non vengono affrontati, perché non avete un piano concertato con le parti sociali. La rigidità del bilancio rimane invariata, con un tasso di rigidità intorno al 4 per cento e spese per il personale in crescita nel triennio. Non l'annunciata riduzione del numero di direttori, vedi il Cda di Arpal, che costa molto più di un direttore. Sui programmi comunitari non ci sono passi avanti rispetto al 2019. Circa gli obiettivi strategici regionali, che sono il cuore del Defr, dove ci vorrebbero linee strategiche, troviamo solo quanto fatto nel 2020, un anno però con ospedali chiusi e una inesistente lotta alla povertà".
    "In tema di sviluppo economico - ha sostenuto ancora Paparelli - sono stati cambiati i nomi, dall'italiano all'inglese. Adesso abbiamo Smart attack, small, large e medium, ma di fatto date a fondo perduto alle grandi imprese e prestito agevolato alle piccole, il contrario di quello che andrebbe fatto. Sono state usate le risorse delle politiche del lavoro per pagare i sacrosanti straordinari agli operatori della sanità. In riferimento alle risorse del Pnrr, si legge a pagina 44 che 'è chiaro che il governo destina risorse attraverso grandi progetti di respiro nazionale e bandi rivolti ad aziende di stato, con incerta assegnazione a soggetti diretti e poco probabile riparto dei fondi su base regionale. Indipendentemente dall'esito del confronto, il Pnrr in alcun modo può essere assimilato un fondo cui attingere, ma un piano nazionale. Per quanto esposto si tratta di interventi nazionali. Il Pnrr Umbria è una fake, non c'è niente di concreto. Emerge la visione dei rapporti che avete col governo di centrodestra, rapporti personali, relazionali, vedi sulla vicenda Ast. Per quanto riguarda le infrastrutture, progetti nazionali, il risparmio di 10 minuti sulla tratta Pg-Roma non sembra poi un gran risultato, la montagna ha partorito un topolino. Su Umbria mobilità ricordo che l'interpello all'Agenzia delle entrate era già stato fatto da noi prima di questa Giunta, con esito positivo. Infine, nella parte del Defr dedicata a analisi e strategie avremmo dovuto avere indirizzi molto concreti ma, a pagina 124 si legge di un rafforzamento degli interventi a sostegno della crescita per assicurare all'Umbria i benefici, di ripresa in atto a livello europeo, ma sono parole comprese in qualsiasi Defr di ogni regione, non c'è nulla di concreto. Con questo governo emerge la prassi di appropriarsi dei risultati altrui e dare le colpe agli altri. Se i regali di Natale saranno sostanziosi, il merito sarà della Giunta Tesei - conclude Paparelli -, se invece poca cosa sarà colpa degli amministratori del passato". (ANSA).
   

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