"Coltivare la Memoria vuol dire
mantenere in vita la persona e siccome la vita è la cosa più
sacra, vuol dire che le persone sono ancora con noi, vivono
ancora con noi". Così il presidente della Comunità ebraica di
Ancona Marco Ascoli Marchetti parlando durante la seduta aperta
del Consiglio regionale delle Marche per il Giorno della
Memoria.
Alla seduta consiliare a cui hanno partecipato, tra gli
altri, anche gli studenti di sei classi di istituti scolastici
marchigiani di diverso grado, che hanno offerto il loro
contributo di riflessioni ed elaborati. Ascoli Marchetti ha
ricordato come il tema che si ripresenta di consueto in questa
giornata è quello del "mai più" per evitare che quello che è
accaduto possa ripetersi: ha voluto però oggi declinare il
significato della Memoria, anche in maniera differente.
"Nell'ebraismo - ha ricordato - la cosa più importante che ci
sia è la vita, conservarla, salvare una vita per cui si può
anche violare il terzo comandamento 'ricordati di rispettare il
sabato e di non compiere in esso alcun lavoro': si può lavorare
o fare qualunque cosa pur di salvare una vita perché è sacra".
"Il più cattivo augurio che si possa fare a una persona
nell'ebraismo è 'che il tuo nome possa essere dimenticato' - ha
aggiunto - perché se il nome della persona viene dimenticato,
oltre al fatto di essere passata ad altra vita, la persona è
morta per sempre; se la memoria invece viene coltivata, la
persona continua a vivere, virtualmente, nel ricordo degli
altri. Coltivare la Memoria vuol dire mantenere in vita la
persona e siccome la vita è sacra, vuol dire che le persone
vivono ancora con noi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA