Riciclare batterie agli
ioni di litio e nichel-metallo idruro (NiMh) arrivate a fine
vita, ricavandone ossidi destinati alla raffinazione dei metalli
e pigmenti inorganici, è il processo brevettato dalla Spirit Srl
di Chiampo (Vicenza) e certificato tramite Fòrema, ente di
formazione di Assindustria Venetocentro, presso Echa, l'Agenzia
Europea per le Sostanze Chimiche.
L'idea è stata sviluppata dal titolare dell'azienda
vicentina, Angelo Forestan. Il procedimento di riciclo riguarda
le batterie, solitamente utilizzate per smartphone e tablet, ma
anche nelle biciclette e auto elettriche, che vengono scaricate,
selezionate, aperte e suddivise nei vari componenti. Nel
processo vengono poi separate polveri catodiche composte da
ossidi di metalli (cobalto, nichel e miste), che diventano le
basi inorganiche da cui vengono ricavati smalti per la
colorazione delle piastrelle.
L'impianto della Spirit Srl riesce attualmente a trattare 10
tonnellate di batterie agli ioni di litio in un mese, ed ntro
fine anno punta ad arrivare a 40 tonnellate. Il riciclo permette
di recuperare l'80% della massa di ciascuna batteria,
ricavandone polveri di metalli come rame e alluminio.
I benefici sono due: da un lato si riutilizzano le batterie
che altrimenti andrebbero a finire in discarica, dall'altro si
producono polveri di metalli e metalli riducendo la loro
estrazione da miniere presenti nei paesi africani come la
Repubblica Democratica del Congo.
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