"La nostra mobilitazione, partita il 26 ottobre a Roma, continuerà in Europa perché siamo convinti che l'agricoltura non sia un problema ma la soluzione. Noi che operiamo in Valle d'Aosta non possiamo tuttavia prescindere dall'aiuto dell'Unione Europea e non possiamo vederla come un nemico. I quasi 92 milioni di euro che riceviamo in forma co-finanziata con Stato e Regioni non potrebbero essere ricavati da nessun bilancio regionale, seppur virtuoso". Lo scrive in una lettera Gianni Champion, presidente per la Valle d'Aosta della Confederazione italiana degli agricoltori (Cia), in merito alla protesta del mondo agricolo e zootecnico.
"La scintilla che ha innescato le mobilitazioni - spiega nella missiva - è principalmente un astio nei confronti dell'Unione Europea e dell'ultima riforma della Politica agricola comunitaria. Qualche passaggio di questa risulta essere veramente penalizzante e di difficile comprensione per chi lavora in agricoltura, su tutti l'obbligo di rotazione di certi fondi ed il vincolo di lasciare incolto il 4% di talune superfici. Un vero paradosso per chi tramite l'agricoltura si prefigge di sfamare il mondo e che spesso per i danni causati dalla fauna selvatica non riesce nemmeno a raccogliere il giusto rispetto a quello che semina". Inoltre "molte scelte politiche entrano in contrasto con i territori più piccoli e marginali che già faticano a contrastare la concorrenza".
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