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'Aggressore macellaio? Non è Lale Demoz'

'Aggressore macellaio? Non è Lale Demoz'

Perizia, no tracce sangue Ferré su abiti impresario

AOSTA, 15 gennaio 2020, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nessuna traccia ematica del macellaio Olindo Ferré - secondo la difesa dell'impresario Camillo Lale Demoz - è stata trovata sui vestiti dell'imputato, ma solo sulle sue scarpe e sull'orlo dei pantaloni, indice del "calpestamento di una gorga di sangue", formatasi quindi un momento successivo all'aggressione. Una pulizia degli indumenti che è incompatibile con le "tracce di sangue fino a tre metri di distanza dal luogo di rinvenimento del corpo e fino a 1,80 di altezza" segnalate dalla polizia scientifica. E' uno dei passaggi emerso dalla consulenza tecnica di parte del biologo Marzio Capra, chiamato dagli avvocati di Lale Demoz, di 75 anni, di Quart, accusato del tentato omicidio di Ferré (68), di Charvensod. Inoltre, ha detto Capra ai cronisti, "l'arma del delitto viene trovata lì e non ci sono le tracce di camminamento per arrivare fin lì, neanche iniziali. Forse quel manico in resina l'ha portato lì qualcun altro, non l'imputato". I fatti il primo ottobre 2018 a Quart, in un magazzino dell'imputato.

"Perché - ha aggiunto Capra - qualcuno deve lasciare un manico in resina sporco del sangue di una persona aggredita, con i capelli, lì dove c'è un lavabo in pietra e non lo lava?". Secondo l'avvocato Antonio Rossomando, che assiste Lale Demoz con i colleghi Viviane Bellot e Angelo Panza, "i dati oggettivi nei nostri confronti non sono sufficienti". La difesa apre così ad altri scenari e ad altri possibili responsabili. "Ci sono tracce di altri soggetti però ovviamente non possiamo sapere di chi sono", ha detto Capra, spiegando che "quando avremo il campione di un altro soggetto si potrà valutare se è lui il donatore di queste tracce".
"Era stato segnalato - ha ricordato il tecnico della difesa - che ci fossero diffuse tracce di sangue sopra il pile indossato dall'imputato ma in realtà gli accertamenti di laboratorio indicavano esattamente l'opposto: cioè che tutte queste evidenze che si trovavano, oltre a non essere riconducibili a un unico soggetto, ma a più soggetti, non erano di natura ematica. Ogni qualvolta si sono cercati costituenti del sangue in queste tracce la risposta è stata univocamente negativa, per cui questo dato contrastava con le evidenze che erano state riportate dalla polizia scientifica".
I familiari di Ferré sono parte civile con l'avvocato Maria Rita Bagalà. Per gli inquirenti Lale Demoz aveva aggredito il macellaio al culmine di una lite fomentata dall'alcol. L'udienza del processo con rito abbreviato davanti al gup Davide Paladino è stata rinviata al 6 febbraio prossimo per ascoltare il consulente del pm Eugenia Menichetti, il medico biologo Paolo Garofano.
   

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