La Regione Umbria monitora con
attenzione il fenomeno della violenza contro gli esercenti le
professioni sanitarie e socio-sanitarie, ai quali ancora una
volta, rivolgiamo l'invito a segnalare eventuali aggressioni,
verbali o fisiche, ricevute durante la loro attività: così
l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, a
seguito degli episodi di pressioni subite e rese note da alcuni
medici umbri negli ultimi giorni.
"La Regione Umbria, che ha già redatto delle 'Linee di indirizzo
regionali per la prevenzione, la segnalazione e gestione degli
episodi di violenza a danno dell'operatore sanitario', è stata
inserita con un suo referente, all'interno dell'Osservatorio
nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni
sanitarie e socio- sanitarie che sarà attivato dal Ministero
della Salute in attuazione dell'articolo 2 della legge del 14
agosto 2020, n. 113 per monitorare gli episodi di violenza ai
danni degli esercenti le professioni sanitarie e
socio-sanitarie, promuovere e monitorare studi ed analisi sul
tema. Tra i componenti dell'Osservatorio vi sono otto
rappresentanti delle Regioni - ha reso noto l'assessore - ed
uno di questi è la dottoressa Laura Grasselli, che è stata
designata e nominata in rappresentanza della Regione Umbria".
"Contestualmente al percorso avviato dal ministero, a livello
regionale - ha aggiunto - monitoriamo annualmente l'adesione ai
contenuti delle Raccomandazioni per la sicurezza delle cure, tra
cui la Raccomandazione numero 8 per prevenire gli atti di
violenza a danno degli operatori sanitari e nell'anno 2021 si è
diffusa anche una survey regionale alle aziende sanitarie per
valutare l'implementazione delle Linee di indirizzo regionali
per la prevenzione, la segnalazione e gestione degli episodi
di violenza a danno dell'operatore sanitario. In pratica - ha
spiegato Coletto - si monitorano i flussi riferibili ad episodi
di violenza a danno degli operatori sanitari attraverso i dati
delle segnalazioni di tipo volontario disponibili nel Sistema di
Incident Reporting e i dati degli eventi sentinella, cioè
eventi di particolare gravità, disponibili nel Sistema
informativo Simes".
"Il trend delle segnalazioni - ha riferito l'assessore, in una
nota della Regione - è in crescita ormai dal 2015, anche se i
dati fanno intuire che comunque esiste un fenomeno di
sottosegnalazione. Ad ogni modo, grazie all'attività avviata
nel biennio 2020/2021 sono pervenute 126 segnalazioni spontanee
di aggressione a danno di operatore sanitario e cinque
segnalazioni di eventi sentinella".
"Gli operatori dei servizi sanitari - ha affermato l'assessore -
da sempre sono particolarmente esposti al rischio di subire atti
di violenza, da parte di utenti e dei familiari che accedono ai
servizi. A seguito della pandemia però, si stanno trovando a
gestire situazioni molto più delicate e problematiche, scaturite
anche da una forma di malessere sociale, nonché di intolleranza
verso le restrizioni e gli obblighi stabiliti a livello centrale
per arginare la diffusione dell'infezione prodotta dal Covid.
Non bisogna dimenticare comunque, che il personale sanitario è
più esposto degli altri lavoratori ad episodi di violenza che,
oltre ad essere a contatto diretto con il paziente, sono
chiamate a gestire rapporti caratterizzati da una condizione di
forte emotività da parte di soggetti che vivono uno stato di
vulnerabilità e frustrazione. Il dolore, prognosi infauste,
ambienti non familiari, alterazioni mentali e dell'umore legate
a farmaci e alla progressione della malattia possono essere
all'origine di comportamenti agitati e violenti e perdita di
controllo".
"Prevalentemente le segnalazioni pervenute sono rappresentate da
aggressioni di tipo verbale, quindi a un linguaggio offensivo da
parte dei pazienti o dei familiari che, in alcuni casi, si
trasforma in un comportamento violento. A prescindere dalla
natura e dalla gravità - ha concluso l'asessore - gli
atteggiamenti violenti vanno segnalati visto che rappresentano
un indicatore di rischio e vulnerabilità nell'ambiente di
lavoro".
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