Nel corso della seduta odierna
della Seconda commissione dell'Assemblea legislativa
dell'Umbria, presieduta da Valerio Mancini, il capogruppo del
Movimento 5 stelle, Thomas De Luca, ha illustrato la sua
iniziativa legislativa sul tema "Promozione dell'istituzione
delle comunità energetiche regionali".
De Luca - riferisce un comunicato della Regione - dopo aver
ripercorso il quadro normativo nazionale e comunitario, ha
rimarcato che "da tempo numerose normative e comunicazioni
stanno delineando obiettivi e strategie circa una politica
lungimirante in materia di cambiamenti climatici".
"L'obiettivo della legge - ha spiegato - è quello di
promuovere l'istituzione di comunità energetiche, quali enti
senza finalità di lucro costituiti al fine di superare
l'utilizzo del petrolio e dei suoi derivati, offrire ai suoi
membri o soci o al territorio in cui opera benefici ambientali,
economici o sociali a livello di comunità, anziché generare
profitti finanziari. L'ambito di definizione dell'attività delle
comunità energetiche può avere ricadute positive nella
partecipazione della generazione, anche da fonti rinnovabili,
alla distribuzione, alla fornitura, al consumo,
all'aggregazione, allo stoccaggio dell'energia elettrica, ai
servizi di efficienza energetica, o a servizi di ricarica per
veicoli elettrici o fornire altri servizi energetici ai suoi
membri o soci".
"In particolare - ha spiegato - guardando alla definizione di
'autoconsumatori di energia rinnovabile' come quei soggetti che
individualmente o attraverso aggregatori sono autorizzati ad
autoconsumare, accumulare o vendere l'energia rinnovabile
prodotta dai propri impianti anche tramite accordi di vendita o
acquisto, si ritiene doveroso promuovere queste comunità di
produttori/consumatori di energia rinnovabile, prevedendo che
queste queste stesse comunità siano autorizzate a produrre,
consumare, immagazzinare e vendere l'energia rinnovabile, anche
tramite accordi per l'acquisto di energia elettrica, senza
essere soggette a procedure sproporzionate ed oneri che non
tengono conto dei costi in un quadro di sostegno volto a
promuovere e ad agevolare la transizione energetica verso fonti
rinnovabili".
La seconda proposta di legge del capogruppo pentastellato De
Luca riguarda la "Disciplina delle aree ad elevato rischio di
crisi ambientale". L'articolato della legge detta disposizioni
in merito alle azioni delle pubbliche amministrazioni coinvolte
nella individuazione delle "Aree ad elevato rischio di crisi
ambientale" e nelle fasi successive, che prevedono la redazione
del Piano di risanamento e l'esecuzione dello stesso.
La proposta legislativa - ha spiegato De Luca - "nasce
dall'esigenza di intervenire sui territori dove insistono
numerosi 'fattori di pressione', che possono essere ricondotti a
gravi alterazioni degli equilibri ecologici del suolo e del
sottosuolo, nell'atmosfera, nelle acque superficiali e
sotterranee; elevata concentrazione di stabilimenti industriali
con possibilità di incidenti rilevanti; impianti, anche in fase
di smaltimento, che impieghino materiali radioattivi destinati
alla fabbricazione e stoccaggio del combustibile nucleare e dei
rifiuti radioattivi".
La legge - è detto ancora nel comunicato - prevede un piano
di risanamento che individua le misure urgenti da attivare per
rimuovere i fenomeni in atto e le situazioni di rischio e, di
conseguenza, le misure per avviare il recupero ambientale e la
riqualificazione dell'area. Nel porre il Piano di risanamento al
centro dell'azione coordinata degli enti locali e territoriali,
vengono individuati gli strumenti e le risorse per un intervento
risolutore che deve essere programmato e realizzato per un
periodo di tempo certo (cinque anni o al massimo dieci anni), su
tutti i campi d'azione: mitigazione/annullamento delle fonti di
inquinamento; divieto di interventi che generino ulteriori
fattori di pressione e conseguente esposizione diretta o
indiretta delle popolazioni residenti, o comunque presenti sul
territorio, a elementi di rischio sanitario; adeguamento degli
strumenti urbanistici alle esigenze di tutela e salvaguardia;
ricerca epidemiologico/sanitaria, monitoraggio e misurazione
degli effetti del Piano. Il monitoraggio delle aree dichiarate
ad alto rischio sarà effettuato da Arpa Umbria, dalle aziende
sanitarie locali e dalle rispettive province.
Per le proposte legislative presentate, il presidente Mancini
ha previsto, in primo luogo, audizioni mirate con gli assessori
competenti e con gli uffici tecnici della Regione per un parere
nel merito.
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