Il 4 aprile 2004 nasce al Santa
Maria di Terni il dipartimento cardio toraco vascolare e
contemporaneamente viene avviata la "Tipo", terapia intensiva
post operatoria. Oggi, a 20 anni di distanza, la struttura ha
compiuto passi in avanti e guarda con fiducia alle nuove sfide
di questo settore medico.
In quell'aprile 2004 - ricorda una nota dell'ospedale - la
struttura contava cinque posti letto dedicati ai pazienti
sottoposti a intervento cardiochirugico, per chirurgia vascolare
e chirurgia toracica. La cardiochirurgia, diretta dal dottor
Alessandro Pardini, aveva iniziato la propria attività nel 2001
e dopo tre anni è stata realizzata la terapia intensiva con un
team di cardioanestesisti dedicati. Venti anni di attività in
stretto rapporto con le discipline del dipartimento, con il
coinvolgimento in particolare di cardiologia interventistica e
aritmologia. Un lungo percorso che ha portato la terapia
intensiva a diventare "il fulcro dell'attività del
dipartimento".
La struttura dipartimentale di cardioanestesia, attualmente
diretta dal dottor Fabrizio Armando Ferilli, è composta da otto
cardioanestesisti e da un team di infermieri che giornalmente si
dedicano alla gestione di pazienti ad alta complessità
assistenziale, con circa 350 ricoveri l'anno. La
cardiochirurgia, diretta dal dottor Valentino Borghetti,
rappresenta l'apice di tale attività, ma non da meno è la
chirurgia vascolare, diretta dal dottor Raimondo Micheli, la
chirurgia toracica, diretta dal professor Mark Ragusa,
l'emodinamica, del dottor Marcello Dominici, con le procedure di
impianto di valvola aortica trans catetere, e l'aritmologia, del
dottor Giovanni Carreras, con le ablazioni di aritmie cardiache
potenzialmente invalidanti e non rispondenti alla terapia
farmacologica.
"Negli anni - spiega il dottor Fabrizio Armando Ferilli -
grazie alla collaborazione con la cardiochirurgia, sono state
sviluppate tecniche di assistenza con circolazione extracorporea
in terapia intensiva, Ecmo veno arterioso per gravi
insufficienze cardiache o cardiorespiratorie ed Ecmo veno-venoso
per problematiche respiratorie non trattabili con terapie
convenzionali, con eccellenti risultati. Tecniche che impongono
continuo aggiornamento e dedizione continua. La terapia
intensiva è totalmente autonoma nel gestire le possibili
insufficienze renali acute in questi pazienti con il trattamento
di dialisi continua, supporto determinante per il recupero della
funzionalità renale e nelle procedure di tracheotomia percutanea
dilatativa per le insufficienze respiratorie".
"I 20 anni di attività della terapia intensiva post
operatoria - spiega il direttore generale Andrea Casciari -
rappresentano un punto di arrivo ma anche un punto di partenza:
di arrivo perché la struttura ha compiuto un percorso di
sviluppo e crescita notevole nel corso degli anni, ampliando
sempre più le proprie potenzialità; ma anche di partenza perché
oggi il settore è pronto ad accogliere le nuove sfide del
settore puntando soprattutto su due fattori determinanti per la
nostra gestione, ossia l'aggiornamento tecnologico e soprattutto
la multidisciplinarietà, che proprio nella Tipo trova una delle
massime espressioni".
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