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Banca Italia, economia umbra continua crescita sostenuta

Banca Italia, economia umbra continua crescita sostenuta

Da inflazioni e condizioni offerta "forte freno" per futuro

PERUGIA, 17 novembre 2022, 16:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nella prima parte del 2022 l'attività economica umbra ha continuato a crescere in misura sostenuta, favorita da una domanda robusta in tutti principali settori. Il progressivo deterioramento delle condizioni di offerta e l'inflazione eccezionalmente alta hanno tuttavia peggiorato profondamente le aspettative di imprese e famiglie e rappresentano un forte freno al futuro sviluppo del prodotto regionale. Il quadro emerge dall'Aggiornamento congiunturale sull'economia dell'Umbria, presentato presso la Filiale di Perugia della Banca d'Italia. Presenti la direttrice Miriam Sartini, Simone Santoro e Lucia Lucci, del Nucleo per la ricerca economica.
    Secondo l'indicatore trimestrale dell'economia regionale elaborato dalla Banca d'Italia, nel primo semestre dell'anno il Pil dell'Umbria è cresciuto del 5,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in linea con l'andamento registrato a livello nazionale.
    L'indagine condotta presso le imprese industriali e dei servizi ha evidenziato una significativa crescita del fatturato nei primi nove mesi dell'anno, anche per effetto del marcato incremento dei prezzi di vendita. Emerge comunque come l'erosione del potere di acquisto, seppur mitigata da alcune misure di supporto introdotte dal Governo, si è riflessa in un rallentamento dei consumi e dei depositi bancari delle famiglie.
    "I forti rincari dei beni energetici e di altri input produttivi e il permanere delle tensioni geopolitiche - si legge nel rapporto della Banca d'Italia- hanno deteriorato la fiducia di imprese e consumatori: la spesa per energia elettrica e gas è arrivata a rappresentare oltre il 10 per cento dei costi totali per acquisti di beni e servizi per un terzo delle imprese industriali e i margini economici si sono compressi a causa delle difficoltà di trasferire interamente sui listini i maggiori costi di produzione".

La direttrice della filiale Banca Italia, "pessimismo speranzoso"

"Tutte le risorse vadano per crescita Paese" invito Sartini

Ha parlato di "pessimismo speranzoso" per il futuro, la direttrice della filiale perugina della Banca d'Italia, Miriam Sartini, durante la presentazione dell'Aggiornamento congiunturale dell'economia dell'Umbria. "In una congiuntura difficile come quella attuale - ha detto - servono tutte le politiche: monetaria, che già sta agendo, ed economica, nel senso di coniugare molto bene gli interventi mirati a sostegno delle famiglie e dei settori più colpiti dalla crisi". Per Sartini "è fondamentale che tutte le risorse vengano indirizzate alla crescita economica del Paese, con l'obiettivo imprescindibile per l'Italia di un mantenimento dell'equilibrio di bilancio dei conti pubblici, questo anche attraverso la realizzazione del Pnrr". Secondo quanto emerso dal rapporto sulle economie regionali, sebbene la robusta ripresa dell'attività industriale osservata nel 2021 è proseguita nell'anno in corso, le attese degli imprenditori sono significativamente peggiorate nel corso dell'anno, fatto legato principalmente alla persistenza delle tensioni geopolitiche internazionali e delle elevate quotazione di energia, i cui effetti sull'industria umbra sono stati più rilevanti rispetto alla media italiana per la presenza diffusa di produzioni ad alta intensità energetica. Secondo i dati 'Sondtel' la spesa per energia elettrica e gas è arrivata a rappresentare oltre un decimo dei costi totali per acquisti di beni e servizi per il 34 per cento delle imprese e per far fronte ai rincari l'industria umbra ha finora reagito soprattutto aumentando i prezzi di vendita. Un quinto delle aziende - emerge sempre dal rapporto - ha invece segnalato principalmente una compressione dei margini di profitto; poco più di una su dieci si è orientata verso un ridimensionamento dei livelli produttivi. Nuvole anche sul fronte delle famiglie che, sebbene nel corso di questo anno abbiano registrato una continuazione della ripresa dei consumi iniziata nel 2021, in base alle previsioni della 'Svimez' con riferimento all'intero 2022, la crescita degli stessi consumi risulterebbe meno intensa rispetto all'anno precedente, complice il rialzo dei prezzi al consumo avviatosi nella seconda metà del 2021, in particolare per l'acquisto dei beni alimentari e in misura ancora più marcata per la componente relativa all'abitazione e alle utenze. Un contesto nel quale la crescita dei salari è stata contenuta e il sostegno pubblico alle famiglie tramite il reddito e la pensione di cittadinanza è andato attenuandosi, facendo registrare nel primo semestre del 2022 una diminuzione del 18,9 per cento del numero dei nuclei beneficiari rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

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