"Ognuno è libero di scegliere della
propria vita, io ho scelto di vaccinarmi. Ho preso questa strada
e adesso sono pronto a mostrare il mio Green pass": Mirko,
operaio dell'Ast di Terni, è stato uno dei primi lavoratori
dell'acciaieria a varcare, poco prima delle 6 di stamani, i
tornelli dell'azienda in occasione del primo giorno di
obbligatorietà della certificazione verde nei luoghi di lavoro.
Lo ha fatto, come la maggioranza dei suoi colleghi, con il
cellulare in mano già metri prima dei cancelli, per velocizzare
la procedura di lettura dei Qr code attraverso i dispositivi
installati dall'azienda all'ingresso.
Sull'utilità del Green pass, per ampliare le vaccinazioni, il
lavoratore - come altri suoi colleghi - non sembra avere dubbi.
"Può essere una cosa motivante per far sì che tutti si
vaccinino" ha detto. Qualche incognita semmai, per lui, c'è "ai
fini della sicurezza". "Credo che abbia i suoi limiti - ha
continuato Mirko -. Anche se ho il Green pass, non è detto che
non possa essere un portatore del virus. Un tampone è
sicuramente più sicuro".
Si è detto "certamente favorevole" all'introduzione
dell'obbligo anche un altro dipendente Ast in entrata ai
tornelli, anche lui pronto a mostrare il suo Qr code
all'ingresso. Quanto ai colleghi che, a Terni come altrove, non
si presenteranno a lavoro perché non vaccinati e senza tamponi,
"vedranno loro - ha commentato -, tanto a lungo non possono
andare".
Anche tra chi si è vaccinato e ha il Green pass c'è però chi
solidarizza con le proteste. "E' ingiusto, non si possono
mettere i lavoratori a casa senza stipendio" ha spiegato Luca,
un altro dipendente di Ast, poco prima di entrare in azienda.
"E' una cosa inammissibile - ha continuato - che succede solo da
noi. E' un problema grosso. Staremo a vedere quello che
succederà, ma non è una situazione bella".
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