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Meloni, allarmante dilagare operatori sanitari no vax

Meloni, allarmante dilagare operatori sanitari no vax

Consigliera Pd chiede a Regione adozione "provvedimenti propri"

PERUGIA, 31 marzo 2021, 12:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"E' allarmante, anche nella nostra regione, il dilagare di casi di operatori sanitari no vax che, in virtù della loro decisione di non sottoporsi al trattamento vaccinale anticovid, si trovano ad infettare i pazienti delle strutture dove loro prestano servizio. Per questo, auspicando che l'obbligo del vaccino venga deliberato dal Parlamento, dove sono arrivate proposte di legge bipartisan, è opportuno e necessario che la Regione Umbria adotti provvedimenti propri, compatibili con la competenza in materia": a chiederlo è la consigliera regionale del Pd Simona Meloni, vicepresidente dell'Assemblea legislativa, annunciando "la presentazione di una proposta di legge sul modello della Regione Puglia".
    "Le Regioni - spiega Meloni in una nota - non possono decidere sull'obbligo vaccinale, in quanto la gestione delle emergenze sanitarie e delle pandemia spetta al Governo centrale. Possono però deliberare, come ha fatto la Puglia, in merito all'accesso nelle strutture sanitarie. E' per questo che la Puglia, da qualche settimana, ha esteso la propria legge in materia, comprendendo tra i requisiti vaccinali per l'ingresso nelle strutture degli operatori anche la vaccinazione anticovid, purché la pratica di prevenzione sia prescritta in forma di obbligo o raccomandazione dalla legislazione statale, ovvero contenuta in disposizioni normative statali eccezionali e d'emergenza, oppure sia prevista da atti amministrativi nazionali, comunque denominati, diretti a favorire la massima copertura vaccinale della popolazione. Secondo la legge pugliese del 2018, la Regione deve individuare i reparti sensibili dove consentire l'accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente per i soggetti a rischio. Così, in particolari condizioni epidemiologiche o ambientali, le direzioni sanitarie ospedaliere o territoriali, sentito il medico competente, valutano l'opportunità di prescrivere vaccinazioni normalmente non raccomandate per la generalità degli operatori. Ritengo che questo - conclude Meloni - sia un provvedimento di civiltà, in grado di assicurare la tutela dei più fragili e il rispetto della salute altrui".
   

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