"Come previsto, il 30 maggio di
quest'anno sono state chiuse diverse strutture che accoglievano
persone migranti (con o senza un lavoro) e persone senza fissa
dimora; da Appiano a Merano, da Bolzano a Bressanone, decine di
persone si sono trovate per strada da un giorno all'altro
passando la notte all'addiaccio e ripiombando così in contesti
di marginalità e fragilità". Lo afferma Bozen Solidale.
Secondo l'associazione, "aprire al turismo di massa, a forme
di alloggio turistico 'mordi e fuggi' (vedi Airbnb), alla
svendita di pezzi della città a palazzinari senza scrupoli, ha
creato una vera e propria bomba sociale (in un contesto già
difficile) per cui un garage di 14 metri quadrati può essere
venduto a 40 mila euro, un bilocale di 45 metri quadrati in
centro storico può arrivare a 500 mila euro, una stanza singola
in affitto a 550/600 euro al mese".
Bozen Solidale chiede perciò un censimento generale delle
persone costrette a dormire all'addiaccio e concessione della
residenza per senza fissa dimora a chi dimostra di essere
stabilmente sul territorio e la creazione di un "ostello
popolare" (in uno dei tanti edifici comunali o provinciali
ancora sfitti) per una prima accoglienza temporanea. Secondo
l'associazione serve anche la creazione di un'agenzia di
mediazione dove le istituzioni comunali e/o provinciali fanno da
tramite tra i proprietari degli eventuali alloggi in affitto e
le persone alla ricerca di una casa e la destinazione di una
parte degli appartamenti pubblici sfitti per percorsi abitativi
per persone che si trovano in condizioni di marginalità.
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