Un comparto che vale 111 mln di euro,
genera un valore aggiunto di 3,5 miliardi di euro, pari al 6%
del totale nazionale, impiegando circa 74mila occupati, pari al
4,4% del totale della regione. Di questi, oltre 13mila lavorano
nella filiera dei prodotti certificati. Sono i dati del settore
agroalimentare a denominazione in Toscana elaborati da Ismea e
presentati oggi a Siena nel corso di Buy Food, la vetrina
internazionale dei prodotti certificati organizzata dalla
Regione Toscana.
I 31 prodotti Dop, Igp e Agriqualità della Toscana - spiega
l'indagine - fanno registrare un aumento dell'8% del valore
nell'ultimo anno, mentre i due comparti della filiera a
indicazione geografica certificata in cui il ruolo della Toscana
è più rilevante a livello nazionale, escluso quello del vino,
sono l'olio con 18 mln di euro, 11mila produttori, 68mila ettari
coltivati, e le carni fresche con 12,4 mln di euro, 722
allevamenti, 5.650 capi bovini, 11.700 capi ovini e poco meno di
8.000 capi suini. Sempre secondo quanto emerge dalla ricerca,
posto di rilievo anche nel settore dei derivati dalla
lavorazione della carne - come i salumi - in cui la Toscana, con
50 mln di euro, occupa il quinto posto in Italia. Il comparto
dei formaggi Dop, invece, con un valore di 30mln di euro colloca
la regione all'ottavo posto. L'export regionale, infine,
riferito al solo agroalimentare a indicazione geografica genera
un valore di circa 50 mln di euro. Oltre il 45% del valore
esportato dalla Toscana è coperto dall'olio toscano, quota che
sale al 50% circa se si aggiunge l'export dell'olio Chianti
classico Dop. Un ulteriore 45% circa è costituito dai prodotti
legati alla zootecnia, primo fra tutti il Prosciutto toscano,
seguito da Pecorino toscano e Finocchiona.
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