
(ANSA) - ROMA, 01 APR - AGRIGENTO - La Valle dei Templi, i
mandorli in fiore, "la più bella città dei mortali" come la
definì Pindaro. Ma anche, come si ricorda nel video di
presentazione, le corse e i giochi dei bambini sotto il sole, il
"vento di antiche culture che soffia in ogni respiro", "versi di
poesie note che echeggiano in ogni voce" e "in ogni lacrima il
sapore salmastro di un mare africano culla e tormento per popoli
di ogni tempo". Agrigento è stata proclamata capitale italiana
della Cultura per il 2025 dal ministro Gennaro Sangiuliano
battendo l'agguerrita concorrenza di altri 9 progetti presentati
da Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte
Sant'Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L'Aquila),
Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). "La Capitale della
Cultura - dice il ministro Sangiuliano - fa accendere i
riflettori su una città, ed è un bene, considerata la grande
varietà di luoghi che offre l'Italia: questa è la nostra
ricchezza. Ma ciascuna di loro è uno scrigno, per questo
cercherò di fare qualcosa e di recuperare in qualche modo anche
con le cittadine che sono arrivate finaliste". E annuncia che
dal prossimo anno "oltre alla capitale della Cultura e a quella
del libro proclameremo anche la capitale dell'arte
contemporanea" e grazie all'Ue "la capitale europea del
Mediterraneo". "Oggi non ha vinto Agrigento, non ha vinto la
Sicilia, ma ha vinto l'Italia perché in questo momento storico e
politico aver promosso questo dossier, il cui progetto è
incentrato sui temi degli scambi culturali fra popoli,
sull'accoglienza, sull'integrazione, sul dialogo, sulle
relazioni delle diverse etnie del Mediterraneo, è stato un
grande atto di coraggio e di estrema sensibilità della
commissione e quindi di riflesso della classe dirigente
nazionale" spiega il sindaco di Agrigento, Francesco Micciché. E
ai colleghi delle altre città finaliste dice: "Non lasciamoci
oggi, cerchiamo di creare una rete culturale turistica, dalla
Valle d'Aosta alla Sicilia, creiamo la nazionale sportiva dove
gli atleti non si conoscono o quasi, ma hanno tutti lo stesso
obiettivo e tutti lo stesso spirito d'appartenenza: quello di
essere italiani. Grazie". Il governatore della Sicilia Renato
Schifani assicura che la Regione darà il proprio supporto perché
Agrigento "possa cogliere per intero tutte le opportunità di
crescita offerte da questo prestigioso ruolo. Un titolo che la
città merita non soltanto per la sua storia, i suoi monumenti,
per gli autori che sono patrimonio di tutto il Paese e
dell'Europa intera". Sul fatto che tutti i progetti presentati
siano stati di grande livello non ha dubbi il presidente della
giuria Davide Desario: "Le 10 città con i loro progetti - spiega
il giornalista - hanno dimostrato capacità organizzativa,
visione, ma non hanno voluto nascondere le loro fragilità, anzi
le hanno messe al centro dei progetti facendole diventare punti
di forza. I progetti delle altre nove città non meritano di
andare dispersi, anzi vanno sostenuti. Tutte insieme queste
splendide città fanno la nostra nazione: vanno supportate,
aiutate, ma soprattutto ascoltate". Anche la ministra del
turismo Daniela Santanchè fa le congratulazioni alla città
siciliana: "E' un'occasione per promuovere l'immenso patrimonio
culturale, artistico, enogastronomico di una terra ricca di
storia e piena di meraviglie". Il sottosegretario alla Cultura
Vittorio Sgarbi auspica un gemellaggio con Gorizia, capitale
della cultura europea mentre la collega Lucia Borgonzoni parla
di "un riconoscimento prestigioso, volano per lo sviluppo del
tessuto economico e sociale del territorio". Il titolo di
Capitale italiana della cultura è conferito per la durata di un
anno. La prima città ad aggiudicarsi il riconoscimento fu
Mantova nel 2016, poi Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma
nel 2020, prorogato anche nel 2021 a causa della pandemia. Lo
scorso anno Procida, nel 2023 Bergamo e Brescia, nel 2024
Pesaro.
/ (ANSA).