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Menu culturale è digitale, esclusi spettacoli e musei

Menu culturale è digitale, esclusi spettacoli e musei

Indagine Impresa Cultura Italia-Confcommercio con Swg

ROMA, 02 luglio 2020, 10:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La cultura si è spostata sul digitale nei mesi del lockdown per la pandemia: forte la crescita dei consumi televisivi che hanno registrato un +47%, della lettura di libri con un +14% e dell'ascolto di musica con un +7%. Mentre è diminuita la lettura di fumetti, -27%, e di riviste, -10%.
    Scarso successo invece per gli spettacoli dal vivo in digitale e flop per le visite virtuali a musei e siti archeologici.
    E' quanto emerge da un'indagine di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sugli effetti del Covid-19 e del lockdown per i consumi culturali degli italiani.
    Il 34% degli intervistati ha utilizzato in misura maggiore le piattaforme in streaming a pagamento e un lettore su sei ha abbandonato la versione cartacea di quotidiani, riviste e fumetti in favore di quella digitale. Cresce la voglia di attività culturali legate al divertimento, con +15 punti percentuali rispetto a dicembre 2019, e al relax, con +14 punti.
    Il nuovo menu dei consumi culturali sembra così essersi mosso a differenti velocità, con una forte crescita dei consumi e dei servizi digitali e una profonda crisi dell'offerta dal vivo. Tra i consumi televisivi, oltre ai canali tv tradizionali, l'indagine segnala un significativo aumento dell'utilizzo di piattaforme web in abbonamento, per il 34%. E, più in generale, dei canali a pagamento, per il 20%.
    Regge la lettura tradizionale dei libri sebbene, anche in questo caso, l'8% dei lettori sia passato in questi mesi all'e-book.
    Circa un italiano su tre sarebbe disponibile a pagare di più per assistere a eventi culturali dal vivo, una quota che tra gli appassionati arriva a superare anche il 50%. In pochi (solo il 4%) hanno approfittato della possibilità di visite virtuali a musei e siti archeologici, mentre la maggior parte (il 79%) non ha usufruito di questa opportunità sia perché non ne era a conoscenza (28%) che per libera scelta (51%).
   

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