Magia del coronavirus. Due mesi dopo la pubblicazione su Haaretz di una lunga riflessione di David Grossman sul possibile impatto sociale e culturale della pandemia, le sue parole si sono trasformate in una canzone ('Segnali di innocenza') che ieri Noa ha presentato agli israeliani. Le immagini diffuse sul web la mostrano mentre suona sul suo vecchio pianoforte Steinway mentre come spartito ricorre al supplemento di quel giornale, con le sue annotazioni a mano.
Il testo si basa su citazioni dell'articolo. "L'ho letto col fiato sospeso - ha spiegato su Facebook. - Ha toccato i luoghi più reconditi della mia anima e ha evocato emozioni forti e contrastanti. Ne sono stato ossessionata".
Citando Grossman, Noa fa volare la fantasia ed immagina che dopo la pandemia ci saranno quanti non vorranno tornare alle loro vite precedenti, o a un posto di lavoro soffocante. "Forse - prosegue - scopriranno in loro gradevoli segnali di innocenza, e forse anche la tenerezza all'improvviso sarà consentita".
Grossman, ha aggiunto Noa, ha contribuito alla fattura della canzone. Ma si è schernito e ha chiesto di non essere citato per nome, nel testo. Alla richiesta di paragonare l'impatto del coronavirus in Israele rispetto all' Italia Noa ha risposto che nel suo Paese "si vive come in una bolla". I casi positivi sono stati quasi 17 mila, i decessi 280, le strade di Tel Aviv sono di nuovo affollate. Ben diverso, a suo parere, è stato invece l'effetto della pandemia in Italia. Ma di fronte alle grandi avversità "gli italiani hanno mostrato una solidarietà stupefacente. Hanno esposto striscioni ottimistici, hanno battuto le mani per i dottori, hanno cantato dai balconi. Sono persone straordinarie - ha esclamato - che io amo molto. Il modo con cui hanno affrontato la crisi è stato di ispirazione". E non a caso su Facebook ha già rilanciato la sua nuova canzone in ebraico con sottotitoli in italiano, curati dalla traduttrice Alessandra Shormroni.
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