L'Italia collabora attivamente in
Kenya per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle emissioni
con i crediti di carbonio: si è tenuto ieri nella sede
dell'Alliance Française di Nairobi un forum internazionale dal
titolo "Carbon credits: a dream scheme for conservation and
community empowerment?", organizzato dall'Istituto Italiano di
Cultura di Nairobi con l'Alliance Française e con la
collaborazione tecnica dell'Agenzia italiana di cooperazione
allo sviluppo (Aics) e del French Institute for Research in
Africa (Ifra).
L'incontro si prefiggeva di discutere l'impatto dei progetti
e delle opportunità legate allo strumento finanziario dei
crediti di carbonio, con una particolare attenzione al contesto
keniano. Sono intervenuti Mohamed Shibia, direttore dei
programmi del carbonio del "Northern Rangeland Trust", Kevin
Kinusu, managing director dell'Africa Bioenergy Program, oltre
all'esperto di risorse naturali Michael Gachanja e membri della
comunità masai Loita, di Narok e al team leader dello sviluppo
rurale per l'Aics, Luigi Luminari.
La cooperazione italiana è da anni molto attiva in Kenya per
la sostenibilità ambientale attraverso la riforestazione. Le
iniziative nel settore agricolo si concentrano principalmente
nelle terre aride e semi-aride (Asal), caratterizzate da un
basso sviluppo umano e da un'elevata vulnerabilità. Queste aree
sono ad alto rischio di essere colpite duramente da eventi di
siccità e dai cambiamenti climatici. Pertanto, Aics concentra le
sue iniziative agricole sul sostegno alla lotta contro il
cambiamento climatico.
In questo contesto, la promozione dell'irrigazione è
storicamente uno degli interventi di punta dell'Aics nel Paese,
con il sostegno allo schema di irrigazione WeiWei nel West
Pokot. Tale iniziativa ha permesso un migliore adattamento ai
cambiamenti climatici, con la possibilità per gli agricoltori di
raccogliere buoni raccolti anche durante prolungati periodi di
siccità.
"La programmazione dei 'carbon credit' nella sua efficacia
richiede la piena partecipazione delle comunità e dovrebbe
essere vista come un veicolo per promuovere l'empowerment e il
rafforzamento delle capacità locali - ha spiegato Luminari -, le
comunità dovrebbero avere la possibilità di decidere come
allocare i fondi reinvestiti e garantire che la maggior parte
dei proventi dei crediti di carbonio siano destinate allo
sviluppo locale, alla costruzione della resilienza e alla
conservazione dell'ambiente".
Quest'anno la cooperazione italiana sta avviando nel un nuovo
progetto per nella zona delle colline di Cherangany, nelle
contee di West Pokot e Elgeyo Marakwet, chiamato "Restauro e
gestione sostenibile degli ecosistemi forestali di Cherangany
per la resilienza ai cambiamenti climatici". L'iniziativa
riguarderà la "torre d'acqua" di Cherangany, uno dei 5
ecosistemi forestali di importanza strategica per il Kenya, dove
verranno attuate attività di ripristino ambientale e di
protezione delle foreste, contribuendo così al "National
determined contribution (Ndc)" del Kenya e ai piani di
attuazione dell'agenda verde.
Il carattere divulgativo del forum ha interessato i presenti,
come nell'intenzione dei due istituti di cultura. "Siamo molto
soddisfatti della collaborazione che siamo riusciti a instaurare
oltre che con la nostra cooperazione, con Ifra e Alliance
Française, che ci ha permesso di portare un panel di alto
livello di esperti keniani e italiani che hanno presentato e
spiegato al pubblico, in maniera professionale ma allo stesso
tempo accessibile, un argomento difficile e interessante come
quello dei crediti di carbonio", ha commentato la direttrice
dell'Istituto di Cultura di Nairobi, Elena Gallenca.
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