"Negli ultimi 8 anni l'Ucraina ha sviluppato la più comprensiva infrastruttura anti-corruzione del mondo intero". Oleksander Novikov è il direttore dell'Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione (Nacp), porta una maglietta nera con la scritta 'I am Ukrainian' e fa parte di quel nuovo pezzo di classe dirigente che vuole trasformare il Paese. Una volta per tutte. È orgogliosissimo del suo lavoro ed è comprensibile. Perché non è facile. "Non tutti nelle alte sfere sono pronti a questa battaglia". Il Parlamento, ad esempio, ha in canna una legge che salverebbe ben 10mila funzionari corrotti. "Abbiamo chiesto al presidente Volodymyr Zelensky di mettere il veto". E sarebbe la seconda volta di fila. La norma - che permetterebbe ai condannati per corruzione di partecipare agli appalti sia del settore militare, a guerra in corso, sia della futura ricostruzione - è legata a quella sulla pubblicazione dello stato patrimoniale dei funzionari pubblici, che la Rada ha tentato di posporre, scatenando l'intervento della presidenza.
"L'intero pacchetto - spiega nel corso di un'intervista esclusiva all'ANSA - è stato presentato dal ministero della Giustizia. Ma la mia agenzia è l'unico ente competente nella presentazione di misure contro la corruzione: sono molto sorpreso per quanto è accaduto". Novikov parla molto chiaro ma il suo linguaggio del corpo, per così dire, è persino più esplicito. Secondo lui la corruzione "come sistema" è stata sradicata nel 2014 con l'Euromaidan. Da lì è iniziato un percorso. "Ma senza la guerra, è terribile dirlo però è così, non saremmo mai riusciti ad esempio a fare approvare alla Camera la strategia nazionale 2023-2025 contro la corruzione", assicura. "Nei primi tre mesi dopo l'invasione è apparso chiaro che senza una rinnovata integrità nazionale non saremmo mai riusciti a battere la Russia. Perché l'onestà porta all'efficienza. Purtroppo dopo quei primi mesi antiche pratiche malsane hanno rialzato il capo". Novikov ha in mente una cura da cavallo per l'Ucraina.
"Dal punto di vista di strutture preventive e repressive ormai siamo a posto. Ma le pene arrivano sino a un certo punto. Bisogna cambiare la mentalità delle persone. Ora abbiamo programmi che vanno dall'asilo all'università e sono in arrivo 20 grandi campagne di sensibilizzazione. Un altro pilastro cruciale sarà l'introduzione di 63 strumenti informatici che digitalizzeranno il 100% delle interazioni fra i cittadini, imprese e Stato: sono certo che entro il 2025 l'Ucraina avrà tutti i requisiti per poter entrare nell'Unione Europea". Ecco, uno così non può che avere nemici. A Kiev si favoleggia che un missile russo intercettato dai Patriot nell'area della Nacp poteva avere il suo nome scritto sopra. Ora, si dirà, che c'entrano i russi? Beh, parecchio. "Nel 2019 il 27% degli ucraini aveva avuto un'esperienza diretta o indiretta di corruzione. È un dato molto alto. Nel 2022 siamo scesi al 17%. Ma la percezione del fenomeno viaggia tra il 60 e l'80%, a seconda dei sondaggi. Perché? La propaganda di Mosca vuole dipingere l'Ucraina come uno Stato fallito, marcio, sia per creare discordia interna sia per minare la nostra credibilità all'estero", nota Novikov. E c'è di più. "Le nostre indagini mostrano che la Russia ha continuato a riciclare denaro dopo lo scoppio dello scandalo 'laundromat' per poter destabilizzare la democrazia in Occidente, parliamo di dozzine di miliardi di euro". E di questo il Cremlino non sarà certo felice. Ma come procede il rapporto con l'Ue per attuare le riforme richieste e non ancora implementate? "Molto bene", dice Novikov. "Vorremmo però che l'Ue fosse più agile: siamo nel mezzo di una guerra e non possiamo perder tempo. Per varare quei 63 strumenti informatici di cui sopra servono dei finanziamenti. Stiamo parlando di poco, qualche milione di euro: li abbiamo chiesti un anno fa, non sono ancora arrivati. So che l'Ue contribuisce molto al bilancio dello Stato ucraino, ma quei soldi da lì non arrivano".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA