Italiani ligi rispetti alle consegne
imposte dalla quarantena ma in molti casi costretti in
abitazioni troppo piccole anche se i condomini, di solito agone
privilegiato di conflitti sociali sono invece diventati teatro
di tanti gesti di solidarietà. A tracciare il ritratto delle
case degli italiani al tempo del coronavirus l'istituto di studi
Rur Rete Urbana delle Rappresentanze. Secondo una comparazione
internazionale le case abitate dagli italiani hanno una
dimensione media di 81 mq. meno di quelle giapponesi (95mq.),
spagnole (97 mq.) tedesche (109 mq.) e francesi (112 mq.).
Sono valori medi (per l'Italia coincidono con le dimensioni
catastali della fascia intermedia degli alloggi), ma che hanno
grande variabilità a seconda della loro localizzazione
territoriale, in particolare fra grandi città e piccoli paesi.
Secondo Eurostat, fra i grandi paesi europei l'Italia vive una
condizione abitativa più disagiata con ben il 30,9% dei nuclei
in sovraffollamento, ovvero con disponibilità di spazio
residenziale, calcolato sulla base della composizione del nucleo
familiare e l'età dei componenti, inferiore agli standard
europei di riferimento. Il tasso di overcrowding medio
dell'Unione Europea riguarda il 18,3% delle famiglie, mentre la
Francia scende all'8,2%, la Germania al 6,3% e la Spagna al
5,0%.
In particolare la quota d'insoddisfatti per le dimensioni
dell'alloggio sale al 44% a Roma, al 40% a Torino, al 39% a
Firenze e Napoli, mentre Milano resta nella media del 37%.
Leggermente più bassa è la quota registrata a Bari (34%),
Bologna (33%), Palermo e Genova (32%).
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