Ai piedi delle colline di Mudurnu
nella provincia di Bolu, cuore naturalistico della Turchia
nordoccidentale, il complesso di 732 ville doveva ricordare una
valle di castelli incantati in stile Disneyland. Ma oggi sembra
più una valle fantasma. Perché al di là del dubbio gusto
estetico, le abitazioni extra lusso, costruite pensando al ricco
mercato arabo, sono rimaste disabitate e il complesso, che
prevede anche un centro commerciale, è tuttora sospeso.
La recessione economica in Turchia ha bloccato per mesi il
progetto Burj al Babas da 200 milioni di dollari, dopo che
numerosi investitori del Golfo si sono ritirati dall'acquisto di
351 ville, ciascuna del valore di circa mezzo milione di
dollari. Le attività della compagnia responsabile della
costruzione, il gruppo Sarot, sono quindi state bloccate.
Colpita dalla crisi economica, come tante altre nel settore
edilizio, la società ha cercato di ristrutturare i suoi debiti.
Dopo mesi di trattative, sostiene il suo vicepresidente
Mezher Yerdelen, il progetto ripartirà con l'obiettivo di essere
completato entro ottobre e le ville potranno tornare sul
mercato. I costruttori si dicono convinti che per coprire i
debiti basterà venderne la metà. La loro speranza è che il boom
di investimenti immobiliari stranieri registrato nel 2018 in
Turchia (+78,4% su base annua) grazia al crollo della lira turca
attragga anche lì nuovi investitori.
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