
“I macro temi su cui siamo particolarmente focalizzati riguardano tutta l’innovazione che fa riferimento al metaverso, quindi agli ambiti che collegano i processi di digital marketing alla realtà virtuale e aumentata come gli NFT abilitati dalla blockchain. Siamo stati pionieri di questa realtà virtuale aumentata e l’accelerazione in questo settore, verificatasi durante la pandemia, ha creato il terreno fertile sul quale stiamo innestando i nostri progetti futuri. L’altro aspetto sul quale stiamo puntando riguarda tutta la market intelligence attraverso le nuove potenzialità che l’IA mette a disposizione fino ad arrivare alla creazione dei digital humans”. Dario Melpignano, presidente di Neosperience, traccia le linee guida che l’azienda da lui fondata insieme al vice presidente esecutivo Luigi Linotto, seguirà nel prossimo futuro.
Neosperience è una PMI innovativa quotata su EGM (ex AIM) che opera come “software vendor”, recentemente indicata da Gartner come unica realtà italiana, tra le sei società produttrici di software più innovative al mondo, insieme a Salesforce e SAS. Fondata a Brescia nel 2006, la società è attiva nel settore della Digital Customer Experience con Neosperience Cloud: la piattaforma software alla base di numerose Solution che grazie all’Intelligenza Artificiale permettono alle aziende di offrire ai propri clienti un’esperienza digitale personalizzata ed empatica, con cui attrarre nuovi clienti e aumentare il valore dei clienti esistenti. Tra le aziende clienti di Neosperience, circa 750, figurano società leader nei settori della moda, retail, healthcare, manufacturing servizi finanziari.
Dario Melpignano ricorda che Neosperience “nasce 15 anni fa con l’obiettivo di aiutare le aziende a realizzare la propria piattaforma di prodotti digitali e a migliorare i propri processi operazionali. È partita con una forte connotazione di marketing technology per poi focalizzarsi sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale per supportare la l’innovazione di prodotto e di processo delle imprese in un modo nuovo e originale. Oggi abbiamo150 dipendenti con sette linee di business che si concentrano sui vari ambiti della trasformazione digitale: naturalmente abbiamo un focus sul ciclo attivo ma offriamo una gamma di soluzioni che ottimizzano diversi ambiti operazionali, aiutando le aziende a non incorrere negli errori e nelle sottovalutazioni tipiche di questo momento di trasformazione straordinario, favorito anche dalla pandemia”.
Il ruolo dell’intelligenza artificiale sarà sempre più centrale. “Per le imprese - sottolinea il presidente - migliora sicuramente la capacità di acquisire clienti e aumentare il valore di quelli esistenti. Dal punto di vista del ciclo attivo, superiamo l’approccio troppo deterministico per arrivare alla personalizzazione uno-a-uno di cosa le aziende possono proporre e a chi e come: lo facciamo andando ad intersecare quelle che sono le evidenze di cento anni di psicologia comportamentale e sociale con l’approccio più quantitativo e matematico tipico di chi opera nel settore dell’IA. Il fatto di aver affiancato psicologhe e psicologi a data scientists, da quattro anni a questa parte, ha dato vita a quello che Garner ritiene essere il motore psicografico di riferimento a livello mondiale, ovvero un sistema che permette di comprendere la personalità di un utilizzatore di un sito o di una app a partire dal comportamento di navigazione. Questa innovazione è particolarmente importante perché le neuroscienze ci mostrano che le decisioni sono prese su base emozionale e sono giustificate razionalmente a posteriori, mai viceversa”.
In pratica “cerchiamo di infondere empatia nei touchpoint digitali dei nostri clienti per avvicinarli alla capacità di relazione di un venditore in carne ed ossa, di un operatore di customer service, di una persona che supporta un processo di business. Questo, tenendo conto del fatto che ogni persona è unica e si aspetta di essere considerata tale anche da parte di un sito web o un’app”.
“Offriamo ai clienti - prosegue Melpignano - le nostre funzioni di analisi per predire l’andamento delle vendite, per studiare l’andamento dei prezzi dei prodotti concorrenti nei diversi mercati e per agevolare, attraverso l’IA, tutti quei processi di digital commerce di customer relationship management che normalmente mancano di intelligenza in quanto deterministici e incapaci di tenere conto della complessità delle persone. Mai come oggi invece le persone si aspettano di essere considerate nella loro unicità, un po’ come avveniva prima dell’avvento del largo consumo che ha massificato e spersonalizzato il rapporto tra le aziende e i loro clienti. Ricostruire questo rapporto di fiducia è quello che aiutiamo le aziende a fare attraverso il digitale, e questo per realtò che operano sia nel mondo direct-to-consumer, sia b-to-b”.
A fine dicembre avete comunicato un aumento di capitale. Quali operazioni avete in cantiere? “Gli aumenti di capitale fatti finora sono stati sempre funzionali alle acquisizioni fatte in parte per cassa e in prevalenza in quote, con concambi azionari finalizzati a portare a bordo di Neosperience imprenditori che rafforzassero in questo modo la loro determinazione nel fare impresa, giocando il proprio ruolo in una squadra più forte. L’ultimo aumento di capitale era già in programma da tempo ed è servito ad accelerare l’acquisizione del 100% di alcune realtà che erano già nel nostro perimetro. Ci è sembrato un buon modo per avere ancora più energia nel realizzare il nostro progetto industriale”.
Il presidente di Neosperience fa poi un bilancio “molto positivo” della quotazione sull’Euronext Growth Milan avvenuta il 20 febbraio 2019: “Grazie alla quotazione siamo riusciti a portare a bordo imprenditori di alto profilo, laddove in assenza di un valore di riferimento dell’azienda, pur con i limiti derivanti dalla liquidità di un mercato come l’EGM, avremmo avuto maggiore difficoltà a determinare i valori relativi di queste realtà”.
Melpignano precisa che “nonostante siamo molto contenti della quotazione, riteniamo che il valore del titolo non esprima quello che è la nostra realtà per tipo di percorso fatto e anche perché, oltre la metà dei nostri ricavi, sono riconducibili a soluzioni replicabili e a prodotti. La nostra azienda, in altre aree geografiche, avrebbe una capitalizzazione molto diversa da quella che ha oggi. Proprio in questo campo abbiamo rafforzato il nostro impegno a seguire la comunità degli investitori coinvolgendo recentemente una realtà come IRTOP Consulting che sono sicuro che ci aiuterà a farci conoscere meglio”.