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Mogadiscio, missione italiana fuori dalla zona protetta

Mogadiscio, missione italiana fuori dalla zona protetta

Incontri e visite della cooperazione per la prima volta da anni

NAIROBI, 16 febbraio 2024, 15:25

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Per la prima volta dopo anni, una delegazione della Sede Aics di Nairobi ha potuto realizzare una missione in Somalia al di fuori dell'area iper-protetta dell'aeroporto di Mogadiscio, che negli ultimi decenni ha rappresentato l'unico hub sicuro per ambasciate, agenzie di cooperazione e operatori umanitari da cui era possibile uscire solo limitatamente e adottando estreme misure di sicurezza.
    Insieme all'ambasciatore italiano in Somalia, Pier Mario Daccò Coppi, il Titolare della sede Aics di Nairobi, Giovanni Grandi, e la Vice Titolare, Valeria Buoninfante, hanno potuto quindi realizzare, sempre accompagnati dalla scorta, una tre giorni di visite, incontri istituzionali e monitoraggio di iniziative in corso, in uno dei paesi prioritari della cooperazione italiana.
    Una prima visita è stata al 'De Martino' di Mogadiscio, il più antico e principale ospedale del paese, storicamente supportato dalla cooperazione Italiana. I numerosi interventi italiani hanno consentito, tra gli altri, la costruzione di un reparto di pediatria, recentemente inaugurato, la fornitura di medicinali anche durante la pandemia di Covid 19, ed il funzionamento generale della struttura.
    La visita è stata accompagnata dal ministro della Sanità e della previdenza sociale del governo federale della Somalia, Ali Haji Adan, insieme al direttore generale del ministero della Salute, Dr. Guled Abdijaliil, con l'obiettivo di identificare una nuova fase nella collaborazione tra i due paesi, caratterizzata da una graduale transizione verso la gestione della struttura da parte delle autorità somale.
    Un altro incontro si è realizzato presso l'Università nazionale somala (Uns) con il rettore, Hassan Osman Gagal, per discutere possibili ulteriori forme di collaborazione. La cooperazione italiana infatti è intervenuta fin dagli anni Settanta a sostegno della struttura, anche in partenariato con università italiane, sviluppando corsi universitari di italiano, sostenendo la costruzione e riqualificazione di infrastrutture e realizzando un imponente archivio digitale per la sistematizzazione della conoscenza della lingua somala, in un'ottica di riaffermazione dell'identità nazionale.
   

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