Il valore totale delle attività
logistiche in Italia - indica Confindustria - nel 2023 è di
135,4 miliardi, l'8,2% del Pil, e occupa circa 1,4 milioni di
addetti.
Il dossier di via dell'Astronomia si sofferma su specifiche
aree di intervento. "il primo step riguarda la gestione dei
valichi alpini. Manca una visione nazionale, un ruolo più
pregnante dell'Ue e un'analisi dello scenario di sviluppo del
traffico dei valichi".
Poi, "l'intermodalità, ambito in cui le inefficienze
infrastrutturali e di servizio determinano uno sfavorevole
rapporto qualità/prezzo dell'offerta. Svolgono un utile
contrappeso il Ferrobonus ed il Marebonus che, però, devono
ricevere una maggiore dotazione finanziaria. Servono
interventi "sulle infrastrutture logistiche, come ad esempio gli
interporti".
Per il trasporto marittimo "occorre una rinnovata strategia
industriale che miri soprattutto alla semplificazione dei
processi burocratici tramite la digitalizzazione,
all'investimento mirato di nuove risorse, a garantire
l'indipendenza della catena di approvvigionamento nazionale".
Trasporto aereo delle merci: "La strategia nazionale dovrebbe
puntare a garantire livelli competitivi con i principali
aeroporti europei, tramite semplificazione delle procedure
doganali, digitalizzazione dei sistemi logistici aeroportuali e
l'efficace integrazione degli aeroporti con le altre reti di
trasporto (sviluppo di cargo city aeroportuali)".
Confindustria chiede anche di puntare sulla digitalizzazione
nel settore dei trasporti, anche con big data, blockchain,
cybersecurity, intelligenza artificiale. Servono "politiche
pubbliche" anche per "favorire l'automazione dei magazzini
logistici e dei centri distributivi e la digitalizzazione delle
imprese di trasporto e di tutta la filiera logistica".
Per la circolazione delle merci bisogna "coniugare efficienza,
sicurezza e continuità produttiva e logistica. Serve un
ammodernamento del calendario nazionale dei divieti, la sua
armonizzazione a livello Ue, la revisione della normativa
relativa ai trasporti eccezionali e, per quanto riguarda le
merci pericolose, una definizione più chiara della cosiddetta
sosta tecnica".
C'è anche il tema del "rinnovo del parco circolante in
un'ottica green, con una riforma del 'fondo investimenti
autotrasporti', con una congrua dotazione finanziaria per il
periodo 2023-2026". "Per i vettori energetici - indica ancora il
dossier - l'infrastruttura logistica è chiamata a garantire
alti livelli di flessibilità e di adattabilità per assicurare la
continuità dell'approvvigionamento, anche dei combustibili più
innovativi. Devono essere semplificate ed accelerate le
procedure autorizzative".
Focus anche sul fabbisogno energetico degli immobili
logistici e la loro localizzazione: "Si deve puntare sulla
capacità di autoproduzione ed autoconsumo di energia da parte
delle aziende della logistica, sostenendo i loro investimenti
per l'acquisto di sistemi di accumulo e per la messa in opera di
colonnine di ricarica per i mezzi elettrici.
Ha poi "particolare importanza" per Confindustria "la questione
del capitale umano: la sua formazione e il suo reperimento
costituiscono un ostacolo allo sviluppo del settore logistico.
Per superarlo, bisognerebbe integrare i percorsi formativi degli
istituti tecnici con indirizzi specifici, rivedere i programmi
formativi d'intesa con le aziende del settore e spingere
sull'impiego della forza lavoro immigrata".
Infine "è necessaria un'attenta revisione del ruolo
dell'Autorità di regolazione dei trasporti, soprattutto per
quanto riguarda il suo ambito di competenza ed il suo
finanziamento che coinvolge eccessivamente le imprese del
settore logistico e trasportistico".
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