Si confermano positive ma al di
sotto dei massimi le principali borse europee con i futures Usa
positivi. Attesa da Oltreoceano la fiducia dei consumatori e
delle imprese rilevata dall'Università del Michigan. Segnano il
passo il greggio (Wti -1,51% a 92,87 dollari al barile) e il gas
naturale (-2,23% a 203,5 euro al MWh) mentre cedono l'oro
(-0,16% a 1.788 dollari l'oncia) e l'argento (-1,26% a 20,29
dollari l'oncia) e si muovono contrastati il ferro (-0,82% a
728,5 dollari la tonnellata) e l'acciaio (+1,15% a 4.127 dollari
la tonnellata). Si assesta a quota 206,3 punti il differenziale
tra Btp e Bund decennali tedeschi, con il rendimento annuo
italiano in crescita di 3,5 punti al 3,045%.
Riducono il rialzo i petroliferi Bp (+0,36%) ed Eni (+0,05%)
mentre girano in calo Shell (-0,71%) e TotalEnergies (-0,1%).
Prese di beneficio sul comparto dei microprocessori, da
Ams-Osram (-1,8%) a Be (-1,72%) ed Stm (-1,1%). Resistono gli
automobilistici Continental (+2,55%), Stellantis (+1%) e Renault
(+1%) a differenza di Ferrari (-0,35%). Debole il comparto del
lusso e della moda, da Pandora (-1,33%) a Moncler (-1,25%), da
Swatch (-1,05%) a Puma e Adidas (-0,7% entrambe) ed Hermes
(-0,65%).
Corrono i bancari Commerzbank (+3,7%) e Banco Bpm (+3%), di
cui JpMorgan ha acquistato il 5,12% in derivati dopo aver ceduto
il 7,5% a fine luglio. Seguono Unicredit (+1,75%) e Bnp (+1,7%)
insieme a Barclays (+1,53%), NatWest (+1,64%) e SocGen (+1,56%).
Più caute Intesa (+0,77%) e Bper (+0,46%). Spicca Tim (+5,16%)
in campo telefonico, spinta dalle indiscrrezioni su un piano di
Fratelli d'Italia per coinvolgere la Cdp con il lancio di
un'Opa, finalizzata alla cessione delle attività commerciali e
in Brasile per concentrarsi sulla rete nazionale.
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