Applausi calorosi al Carlo Felice
per l'ultimo titolo della stagione, "Madama Butterfly". Opera di
grande richiamo popolare. Puccini ha mantenuto l'appeal e lo
spettacolo è gradevole e ben costruito. Sul podio il direttore
artistico del Teatro Giuseppe Acquaviva con una interpretazione
attenta, equilibrata, con appropriati slanci lirici. Maria
Teresa Leva ha vestito con successo i difficoltosi panni di
Cio-cio-san. Il tenore Stefan Pop ha voce da vendere e lo ha
dimostrato offrendo un Pinkerton autoritario e capace di qualche
raffinatezza. L'allestimento del Teatro di Astana ha un impianto
scenico elegante e sontuoso disegnato da uno dei maggiori
artisti del nostro tempo, Ezio Frigerio. La regia di Lorenzo
Amato ha immaginato una "Madama Butterfly" tradizionale ma con
elementi di interessante approfondimento, in relazione ad
esempio alla figura della protagonista, l'unica donna pucciniana
(con Turandot) che muta profondamente: poco più che bambina
all'inizio, donna matura e responsabile alla fine. Amato ha
voluto sottolineare il senso di spaesamento della donna che
vorrebbe diventare americana a tutti gli effetti: non a caso
regista e costumista le mettono addosso abiti occidentali nel
secondo atto a indicare questa aspirazione. E nel preludio al
terzo atto, davanti alla ragazza inginocchiata a guardare
l'orizzonte, appaiono come in un sogno i grattacieli di New
York. Applausi calorosi. Fra il pubblico, anche Giuliano Amato,
padre del regista Lorenzo. Ha evitato commenti sul lavoro del
figlio, ma si è dichiarato profondamente pucciniano. "Ha ragione
chi già cinquant'anni fa, in epoca in cui Puccini era
considerato un minore, ne sottolineava lo straordinario lirismo.
In quest'opera c'è un melodismo lungo, teso assolutamente
geniale". Repliche questo pomeriggio e domani (ore 15,30),
martedì, mercoledì e giovedì (sempre alle 20).
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