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Marta Stella, le Clandestine che hanno rischiato per le altre

Marta Stella, le Clandestine che hanno rischiato per le altre

Aborto e femminismo nel primo romanzo della giornalista

ROMA, 07 marzo 2024, 11:21

Redazione ANSA

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(di Mauretta Capuano) Storicizzate, mitizzate, chi erano le femministe degli anni Settanta? Chi erano le donne che hanno rischiato per aiutare le altre, spesso sconosciute? Esplorare la loro storia è diventata quasi un'ossessione per Marta Stella, 36 anni, che ha raccontato il cammino compiuto in quegli incredibili anni in 'Clandestine. Il romanzo delle donne' (BOMPIANI, PP 378, EURO 20), un romanzo corale, pubblicato da Bompiani, in cui la voce della protagonista, una sessantottina, si fonde con quella di tante altre donne tra le quali ci sono Gigliola Pierobon, Carla Lonzi, Emma Bonino, Adele Faccio e anche l'attuale ministra per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella.
    "La protagonista che ho creato vive della verità storica - tutto quello che succede nel libro è accaduto davvero - e da un atto d'immaginazione che ha dentro di se moltissime donne. E' davvero un racconto corale. Mentre mi immedesimavo in questa ragazza del '68 c'ero dentro anche io, mia madre, mia nonna. E' un po' un personaggio universale che ha dentro le donne che sono veramente esistite, le nostre madri e però anche una ragazza di oggi. Quando nel pulmino la protagonista dice 'ora tocca a noi' può riecheggiare nel presente di una ragazza di oggi", racconta all'ANSA Marta Stella.
    Il filo rosso è l'aborto e le battaglie per la legge 194 sull'interruzione di gravidanza, ma questo è soprattutto un romanzo "sulla scelta e sull'autodeterminazione del corpo della donna che ha tante similitudini con l'oggi", dice Stella del libro con cui esordisce nella narrativa. Un'opera originale nella capacità di fondere intimo e collettivo in un romanzo.
    Tutto è partito, racconta l'autrice che vive a Milano, "dall'incontro con una donna che mi ha donato un frammento della sua storia" spiega rievocando quel viaggio su un pulmino con altre ragazze che scivola nella notte da Milano per andare in un luogo ignoto ad abortire con cui si apre il libro.
    "Era una interruzione di gravidanza seguita da professionisti che come una catena umana di solidarietà decisero di sfidare le legge per fa sì che queste ragazze non rischiassero la vita.
    Anche se quel fatto non è accaduto a te, è un po' la storia di tutte. La protagonista pochi anni dopo offre il suo appartamento e anche questo è vero. Queste ragazze di 23 anni hanno offerto la loro casa rischiando il carcere per delle sconosciute. Ma chi oggi a 23 anni lo farebbe?", dice l'autrice. Poi è arrivata l'intervista con Annie Ernaux, prima del suo Premio Nobel, quando è stato pubblicato in Italia L'evento che racconta del suo aborto clandestino. "Lì ho sentito l'urgenza di scrivere", sottolinea Stella che per due anni si è documentata, ha scovato e recuperato libri ormai introvabili di quegli anni nei mercatini e in vecchie biblioteche. "Il femminismo è arrivato fino alla mia generazione di ragazze degli anni Novanta con una sigla 'le femministe degli anni Settanta' come se fosse un agglomerato omogeneo di donne tutte uguali che lottavano per gli stessi diritti. Invece non erano d'accordo su tutto. Il giorno in cui venne proclamata la legge 194 non tutto il movimento era d'accordo. C'era una parte che pensava che il corpo della donna non dovesse cadere sotto nessuna legislazione", sottolinea Stella che è giornalista professionista.
    "Ho maneggiato le vite di queste donne con cura e rispetto, senza pregiudizio. Anzi è nelle loro pieghe oscure che ho trovato la loro verità. Mi sono chiesta, ma chi erano queste donne quando erano ragazze? Il romanzo è intessuto delle loro parole e grida che sono entrate dentro di me per farne non una lingua nuova ma la lingua del tempo". E cosa si scopre? "Che loro avevano già detto tutto. Penso al 'Siamo marea' pronunciato dalle Nemesiache, un gruppo di femministe napoletane dimenticate da tutti. Le parole degli anni '70 le ritroviamo oggi.
    Ritroviamo nei femminicidi la stessa narrazione che vuole scarnificare la vittima che diventa poi colpevole", sottolinea.
    Il Parlamento francese ha appena approvato l'inserimento del diritto all'aborto nella Costituzione. Cosa pensa di questo evento?. "È una vera svolta epocale, ma dovremmo ricordarci di cosa c'è stato prima. Abbiamo un debito morale verso le donne che hanno sofferto nella loro carne e nel loro spirito a volte fino al punto di perdere la vita. Le clandestine sono loro" afferma Stella e auspica che "in futuro si pratichi davvero la sorellanza che è tendere la mano a una persona che non è tua amica, a una donna che magari ha una visione diametralmente opposta alla tua".
   

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