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Horowitz: "I gialli piacciono perché svelano la verità"

Horowitz: "I gialli piacciono perché svelano la verità"

Il maestro inglese a Mantova con Detective in cerca d'autore

MANTOVA, 08 settembre 2023, 19:51

dell'inviata Mauretta Capuano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si diverte a scombinare le carte, gioca con il ruolo dei personaggi il maestro del giallo inglese Anthony Horowitz che entra come co-protagonista nella nuova serie inaugurata da Detective in cerca d'autore. Con il libro, pubblicato da Nero Rizzoli nella traduzione di Francesca Campisi, è arrivato a Mantova nel terzo giorno del Festivaletteratura. "Ci sono detective vampiri, robot, sulla sedia a rotelle. Nel corso della storia ne sono stati inventati di tutti i tipi.
    Allora mi sono messo a pensare come poteva essere l'assistente di un detective, perché così potevo capovolgere la trama e raccontare cosa succedeva da un altro punto di vista" dice all'ANSA lo scrittore, autore della serie bestseller Alex Rider di cui ha seguito anche l'adattamento cinematografico. "Per me le cosa più importante quando scrivo un libro giallo è fare qualcosa di completamente nuovo. Altrimenti il pericolo è di scrivere una storia noiosa" racconta.
    Come mai il giallo vive un momento di così grande interesse? "Ci sono molti motivi, ma il principale credo sia dovuto al fatto che questo tipo di narrativa offre una verità che nel mondo in cui viviamo oggi è impossibile da trovare. Siamo costantemente bombardati di notizie, esposti a una quantità esorbitante di informazioni ma non sappiamo quale sia la verità.
    Non sappiamo più nulla e questo è paradossale. Nei gialli c'è la violenza, l'assassinio, il killer ma ad un certo punto qualcuno risolve il caso e svela la verità di quello che è successo. È come una sorta di processo di guarigione". Autore di oltre 50 libri, Horowitz - che ha scritto anche, chiamato dagli eredi, tre capitoli della prosecuzione della saga di Sherlock Holmes e James Bond - è un innovatore. "Ho sempre visto la scrittura come un'avventura, un viaggio. Non mi piace attenermi a formule precise. Ho sempre cercato di uscire dalla mia zona di confort. Per questo mi sono cimentato nei generi più vari: ho scritto per bambini, per adulti, dei thriller, per tv e teatro". In questo libro l'ex detective Daniel Hawthorne lo chiama perché scriva la storia dell'indagine che sta seguendo, quella di una vedova che entra in un'agenzia di onoranze funebri per organizzare il proprio funerale e sei ore dopo viene uccisa.
    "Non sono il personaggio principale e questo mi consente di fare domande, di discutere dei fatti che succedono. Mi piace l'incipit e il personaggio della vedova che viene assassinata poche ore dopo aver pianificato il suo funerale. Mi sono concentrato anche sul motivo per il quale questa persona è stata uccisa. Una cosa che raramente si trova nei romanzi gialli è la scoperta del movente". "Credo anche - aggiunge - che in ogni romanzo giallo ci dovrebbe essere un po' di comprensione verso l'assassino, perché le persone uccidono sempre per un motivo: perché sono spaventate, ferite, gelose" spiega lo scrittore.
    Ironico, energico, Horowitz apre poi un quadernone blu dove ci sono appunti, schizzi, disegni sui prossimi capitoli della serie che sarà in dodici titoli. Scrive a mano, con la penna stilografica e le seconde bozze al computer. "Nel quinto libro la mia presenza non sarà molto percepita, non ci sarò tanto. Nel numero sei ritorno e l'ambientazione sarà in una casa di produzione cinematografica che ha deciso di realizzare una serie tv proprio sul personaggio di Daniel Hawthorne, ma succede che l'attore scelto per interpretarlo viene assassinato e il detective è chiamato a investigare sul delitto. Nel settimo Hawthorne scompare e io mi metto a cercarlo con l'aiuto della moglie che appare già in questo primo libro. Nell'ultimo, il dodicesimo, verrà rivelata la verità su Hawthorne. Man mano che la storia progredisce scopriamo qualcosa di più su questo personaggio: un po' come è successo con Alex Rider sul quale ho scritto 14 libri. Ma Alex era un adolescente, qui sono io che mi devo muovere". Una serie tv con il nuovo detective Hawthorne? "Ne stiamo parlando, il grande problema sono io. Chi mi interpreterà? Perché comunque la serie tv cambia tutto. Sto cercando di trovare un modo per rendere accettabile che qualcuno mi interpreti. Se ci fosse George Clooney disponibile" dice ridendo. 
   

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