(dell'inviata Mauretta Capuano)
Il dialogo tra visibile e
invisibile che fa parte della tradizione africana ha spinto il
grande scrittore nigeriano Ben Okri a scrivere 'La via della
fame' , il capolavoro con cui ha vinto il Booker Prize nel
1991, che torna in libreria in una nuova edizione per La nave
di Teseo. "Noi africani abbiamo la consapevolezza di questo
dialogo ma tendiamo a perderla. L'incontro con noi stessi è
sempre più ridotto" dice lo scrittore, che vive in Gran
Bretagna, al suo arrivo al Festivaletteratura di Mantova. Con lo
sguardo dritto, diretto, luminoso, rifiuta l'etichetta di
realismo magico spesso attribuita alla sua scrittura. "Non è
così, ma sono affascinato da alcune questioni. La prima è in
cosa consiste la realtà: 'c'è solo quello che percepiamo c'è
qualcos'altro dietro? Siamo noi a inventare la realtà o è
difronte a noi?. Se siamo noi a crearla questo ha delle
implicazioni, abbiamo delle responsabilità. Altra questione
interessante: che cosa ci rende umani? E poi c'è la questione
della consapevolezza o inconsapevolezza" racconta lo scrittore
che sta lavorando a molte cose, poesie racconti brevi, drammi,
commedie. "Due anni fa ho fatto l'adattamento teatrale de 'Lo
straniero' di Camus e di un antico racconto che risale agli
egizi. L'ultimo libro che ho scritto riguarda la tratta degli
schiavi, volevo analizzare le radici della società e ho dovuto
escogitare un nuovo linguaggio e modo di raccontare. E' stata
un'impresa molto difficile, ho impiegato 7 anni e lo ho scritto
due volte" spiega. E in corso ci sono anche tanti lavori che
riguardano, appunto, "cosa costituisce la realtà e fa si che
siamo quello che siamo. Mi interesso anche di temi e problemi
che dobbiamo affrontare oggi: ho scritto poesie sulla guerra in
Ucraina pubblicate sul Guardian e anche in un quotidiano
italiano e uscirà una raccolta di poesie su temi ambientali che
occupano la mia principale attenzione d iuomo e di scrittore.
Noi dobbiamo arricchire e accudire il mondo. L'umanità non ha
rispettato i doveri nei confronti della Terra, la saggezza dei
nostri antenati, che avevano un profondo rispetto per la natura.
Qualsiasi governo che non abbia come priorità i problemi
climatici e la natura non merita fiducia e rispetto perché
vediamo le conseguenze. Sono certo che il mondo sopravviverà ma
non possiamo certo dirlo per gli uomini e le donne, per noi"
sostiene Ben Okri.
Lo scrittore nigeriano è molto felice che a trent'anni dalla
prima uscita 'La via della fame' sia uscito in Inghilterra in
una collana di classici e che ci siano molti lettori giovani
che si stupiscono nel leggerlo: c'è la politica, la religione,
temi ambientali che sono punti di forza e trovano una risonanza
anche oggi, purtroppo".
In 'Preghiera per i vivi', la raccolta di 24 racconti uscita in
Italia, sempre per La nave di Teseo, alla fine del 2021, ricorda
nella dedica che "è inutile fare con più ciò che si può fare con
meno". E per dare risalto ai dettagli minimi, alle cose più
piccole che danno sapore a una storia ha inventato una
commistione tra haiku giapponese e racconto breve perché
"diventiamo più forti misurandoci con le cose piccole".
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