(di Marzia Apice)
DANIELE MORETTI (a cura di), IL
CAPITALE NATURALE. Idee e soluzioni per fare pace con il Pianeta
(Paesi Edizioni, pp.264, 16 euro). "Non esiste alcuna ricchezza
senza natura": è partito da qui Daniele Moretti, giornalista,
vicedirettore di Sky Tg24, per il suo libro "Il capitale
naturale" (dal 9 dicembre con Paesi Edizioni), nel quale ha
raccolto esperienze e testimonianze dei grandi interlocutori del
dibattito ambientale. Che sia arrivato (e già da tempo ormai) il
momento di "fare pace con il Pianeta" lo sappiamo, ma resta da
capire come: il libro punta proprio su questo, a dare un
contributo positivo, attraverso tanti contributi che, pur a
volte in contrasto tra di loro, informano il lettore offrendogli
un ventaglio di possibilità, idee, prospettive, strade da
percorrere. I nomi sono diversi, alcuni anche inattesi: si va da
Stefano Boeri a Johan Rockström, da Roberto Cingolani a Robert
Costanza, da Francesco Starace a Riccardo Valentini, per
arrivare all'archistar Stefano Boeri, lo skipper Giovanni
Soldini, l'artista ambientale Anne De Carbuccia, l'alpinista
Simone Moro. Senza pregiudizi ideologici, Moretti li ha riuniti
insieme con l'unico scopo di far comprendere a chi legge, anche
stimolandone la curiosità, che se è vero che l'emergenza
ambientale è un fatto acclarato, un nuovo mondo - sostenibile e
rispettoso della natura - è ancora possibile. "Da oltre 15 anni
mi occupo di questioni ambientali, tuttavia proprio perché di
lavoro seleziono fonti e faccio domande mi reputo un tramite,
non un esperto", dice in un'intervista all'ANSA Moretti, che il
10 dicembre presenterà il libro a Più Libri Più Liberi con
Roberto Cingolani, Enrico Giovannini, Ermete Realacci e Andrea
Porchera, "a ogni intervistato ho chiesto a ognuno di spiegare
quale sia il problema ma anche la soluzione. Nel libro la parola
più gettonata è proprio soluzione e l'idea è di offrirne una
vasta gamma". "I contributi sono eterogenei e alcuni in netto
disaccordo", prosegue, "ho scelto gli esperti seguendo
autorevolezza, preparazione e anche suggestione. Se alcuni come
Johan Rockström e Robert Costanza sono numi tutelari, anche
altri offrono soluzioni disarmanti quanto efficaci: penso per
esempio a Simone Moro, alpinista ed elicotterista, per il quale
ci si deve innamorare della natura e quindi conoscerla per
riuscire a prendercene cura". Ciò che emerge nel libro è
l'inadeguatezza dei politici. "Il mondo dell'impresa negli
ultimi decenni ha messo al centro del business il capitale
naturale e la questione della sostenibilità", spiega, "Una
consapevolezza enorme rispetto al passato che non coincide con
la lentezza dei decisori rimasti indietro perché troppo legati
al consenso. Su questi temi serve infatti un'ottica più lunga
del mandato politico". "Si parla sui grandi mass media di
climate change dal 2007, ma il tema è apparso sul New York Times
per la prima volta già nel 1987. Al di là dell'azione di
contrasto di chi vuole contraddire questo tipo di informazione,
ossia l'industria fossile, in realtà il problema principale è
stato non rispettare le dead line che la scienza ci ha
indicato", aggiunge, "i decisori non hanno accettato di stare al
passo col cambiamento perché ciò avrebbe messo a rischio la loro
stessa esistenza. Ora piano piano ci si sta adeguando".
Politica, imprese, ma servono anche le persone comuni per
cambiare davvero: come si costruiscono consapevolezza e consenso
nell'opinione pubblica? "La prima regola è non dire mai bugie,
cercare la scorciatoia del sensazionalismo non paga mai. La
credibilità si conquista con la pazienza della verità. Poi non
cadere nel catastrofismo: lo scioglimento dei ghiacciai
all'artico l'ho visto con i miei occhi, la verità va raccontata
ma bisogna dire anche che c'è una soluzione", afferma ancora
Moretti, "serve un nuovo paradigma di capitalismo, dice Floridi:
qualcosa va cambiato, ma come uomini abbiamo la capacità di
risolvere i problemi e rispondere a situazioni di stress. Questo
per me è tranquillizzante". Lei crede nelle rivoluzioni dal
basso, come quella di Fridays for Future? "Le rivoluzioni dal
basso sono le uniche efficaci secondo i miei interlocutori, il
movimento Fridays for Future con Greta Thunberg ha portato
all'accordo di Glasgow ed è riuscito a mettere sotto pressione i
decisori".
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