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Olga, l'atleta ucraina tra sport e 'rivoluzione'

Olga, l'atleta ucraina tra sport e 'rivoluzione'

In sala il film di Elie Grappe ispirato a una storia vera

ROMA, 05 giugno 2023, 13:44

Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Olga di Elie Grappe, in sala dall'8 giugno con Wanted Cinema, porta indietro le lancette dell'orologio ucraino a quel 2013 che vide in azione la cosiddetta 'rivoluzione della dignità' contro il presidente Yanukovych. E lo fa mettendo in scena una storia vera, quella appunto di Olga (interpretata da Anastasia Budiashkina, ginnasta professionista anche nella realtà) campionessa minorenne ucraina in corsa per partecipare ai Campionati europei. Le cose si mettono male quando la madre di Olga, giornalista antiregime che segue da vicino i moti in piazza Majdan a Kiev, mette a rischio le vite di entrambe. Dopo un attentato alla vita delle due donne, Olga per precauzione viene mandata in Svizzera dove vive il padre. Lì la ragazzina potrà allenarsi, in tutta sicurezza, con la nazionale elvetica per partecipare agli europei, ma non sarà affatto facile. Oltre l'ostilità interna da parte delle altre atlete, invidiose della sua bravura, Olga ogni giorno, in pena per la madre, segue le vicende della rivoluzione a Kiev. A un certo punto la madre che aderisce alle proteste dell'Euromaidan (termine che unisce le parole 'Euro', abbreviazione di Europa, e 'Maidan', la piazza delle proteste a Kiev). è vittima di un pestaggio da parte della polizia che mette a rischio la sua vita. A salvare Olga sarà però la grande passione per l'atletica che non l'abbandonerà mai. "Esplorare il potenziale legame tra i confini individuali e quelli geografici: lì è nata l'idea di Olga - sottolinea il regista -, ovvero di realizzare un film sull'esilio, su una giovane eroina che non sente di appartenere più a nessuna patria, combattuta tra questioni di ambientamento sociale e una situazione politica molto più grande di lei che minaccia la sua famiglia. Come potrà questa forte e fragile ragazza riconciliare le sue aspirazioni personali con il corso della storia?". E ancora Elie Grappe, nato nel 1994 a Lione: "Alla fine del 2015, dopo aver diretto un cortometraggio sul balletto classico, ho co-diretto un documentario su un'orchestra, avvicinandomi quindi al mondo del Conservatorio. Ho lavorato con una violinista ucraina giunta in Svizzera ai tempi della nascita dell'Euromaidan. Sono stato colpito da quanto lei fosse sconvolta raccontandomi della rivoluzione nel suo paese e di quanto le immagini degli scontri di piazza l'avessero colpita nel profondo. Nel suo racconto - continua il regista- ho trovato una connessione con vari elementi che mi avevano appassionato durante le riprese del mio primo cortometraggio: filmare la passione di un'adolescente, il suo corpo in azione, e il conflitto tra i suoi problemi personali in relazione a quelli collettivi.". "La ginnastica, come la musica o la danza, - conclude il regista - è un campo in cui ogni adolescente mette tutto sé stesso. È sia uno sport collettivo che individuale, il che richiama il dilemma di Olga. Si tratta di una disciplina molto cinematografica: si sentono diversi suoni e si è in costante movimento. Uno sport così preciso e codificato è molto interessante da filmare. Ci sono momenti che si arriva a percepire la vulnerabilità dei ginnasti, la loro umanità. È come diventare consapevoli dei rischi che stanno per prendere".

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