Sono sempre più ingegnosi i metodi
studiati da chi intende rifornire di cellulari i detenuti: dopo
il prete "fattorino", le pentole con il doppiofondo via posta e
il drone "postino", gli smartphone vengono recapitati con pietre
di calcestruzzo. Il singolare ritrovamento è stato fatto dalla
Polizia Penitenziaria nell'istituto di pena di Carinola, nel
Casertano. Nell'intercinta muraria, dove hanno accesso anche i
carcerati, gli agenti hanno scoperto una ventina pietre di
calcestruzzo lanciate oltre le mura dall'esterno, di misura
differente rispetto al solito pietrisco. Lì qualcuno aveva
occultato gli smartphone, opportunamente incellofanàti per
garantirne l'integrità.
"Complimenti alla polizia penitenziaria del carcere di
Carinola", commentano Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti,
segretario regionale Campania e presidente USPP. "Bisogna
urgentemente proporre una modifica legislativa che contempli
l'introduzione o il relativo possesso di cellulari in carcere
come fattispecie di reato, che oggi è inesistente", concludono i
sindacalisti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA