Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Dopo 50 anni tornano a Palermo i Pupi di Giacomo Cuticchio

Dopo 50 anni tornano a Palermo i Pupi di Giacomo Cuticchio

In mostra a Palermo in via Bara all'Olivella

PALERMO, 10 dicembre 2021, 16:38

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

E' un racconto nel racconto la storia dei 56 pupi dell'Ottocento che Giacomo Cuticchio, padre di Mimmo, aveva lasciato a Parigi nel 1967 e che adesso, dopo oltre 50 anni, sono tornati a casa, a Palermo. C'è voluta una sapiente opera di restauro e di intenso lavoro, in questi due anni di pandemia, con il supporto di Tania Giordano, costumista e scenografa del Teatro dei Pupi, per riportare 'in vita' Carlo Magno, Orlando e Rinaldo, con Terigi, Gradasso, il Gigante a cui si spacca la faccia, Febore, Salatiello della Libia e lo Spaccato verticale, i tre fratelli Spagnoli, il conte Rampaldo, Gano di Magonza, Aldalabella, il corpo nudo di Ruggiero dell'Aquila Bianca, i maghi Merlino e Malagigi, i diavoli Nacalone e Calcabrino, il cavallo di Orlando e Baiardo il cavallo di Rinaldo, due angeli e tanti altri ancora. "Pupi dispersi. Pupi ritrovati" è la mostra che da martedì prossimo permetterà al pubblico (ingresso gratuito fino al 31 dicembre, catalogo a cura di Elisa Puleo) di ammirarli nello storico laboratorio dei Cuticchio in via Bara all'Olivella. Per lunghi anni, Mimmo Cuticchio ha sperato che quelle 'creature' potessero tornare nella 'loro' casa e così è stato prima del lockdown del 2020. Sembra la trama di un romanzo quella dei pupi tornati nella loro città, che si apre 54 anni fa, quando Giacomo Cuticchio è invitato a Parigi per uno spettacolo all'ambasciata italiana e Mimmo è il suo braccio destro. Nella capitale francese, Giacomo, Mimmo e l'aiutante Giuseppe Arini conoscono Enrico Panunzio, intellettuale pugliese e grande appassionato dell'Opera dei pupi, allora direttore della biblioteca dell'Istituto italiano di cultura, il quale propone a Giacomo di vendere a lui i pupi con i quali aveva realizzato lo spettacolo parigino e di fermarsi per qualche settimana in modo da avviare un teatrino nella sede della Librarie 73, in boulevard Sant Michel. A Parigi, Mimmo dirige il teatrino per alcuni mesi, poi torna in Italia per il servizio di leva. Poi comincia il suo percorso, autonomo dal padre: nel 1971 nasce il gruppo Figli d'Arte Cuticchio. Rientrato a Molfetta (Ba), Panunzio aveva sistemato i pupi all'interno di Torre Pulo. In occasione di qualche tournée, Cuticchio aveva rivisto le sue creature. Ma quando nel 2015 Panunzio muore, i pupi restano ai figli Antoine e Stephanie i quali a un certo punto si sono resi conto che il loro posto era a Palermo. In casa ne hanno alcuni per ricordo.
    "La speranza che i pupi potessero ritornare nel nostro teatrino non mi ha mai abbandonato - dice Mimmo Cuticchio - e così due anni fa i suoi figli, consapevoli che quei pupi erano rimasti inanimati per troppo tempo e che avevano bisogno di mani esperte e amorevoli, decisero che sarebbero tornati a Palermo perché potessero rivivere nel loro luogo naturale: il palcoscenico del teatrino dei pupi. Oggi li guardo - conclude - e non riesco a nascondere la felicità di riaverli con me e anche loro mi sembrano molto compiaciuti di ritrovarsi in teatro, con tanta voglia di raccontarsi".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza