E' un racconto nel racconto la
storia dei 56 pupi dell'Ottocento che Giacomo Cuticchio, padre
di Mimmo, aveva lasciato a Parigi nel 1967 e che adesso, dopo
oltre 50 anni, sono tornati a casa, a Palermo. C'è voluta una
sapiente opera di restauro e di intenso lavoro, in questi due
anni di pandemia, con il supporto di Tania Giordano, costumista
e scenografa del Teatro dei Pupi, per riportare 'in vita' Carlo
Magno, Orlando e Rinaldo, con Terigi, Gradasso, il Gigante a cui
si spacca la faccia, Febore, Salatiello della Libia e lo
Spaccato verticale, i tre fratelli Spagnoli, il conte Rampaldo,
Gano di Magonza, Aldalabella, il corpo nudo di Ruggiero
dell'Aquila Bianca, i maghi Merlino e Malagigi, i diavoli
Nacalone e Calcabrino, il cavallo di Orlando e Baiardo il
cavallo di Rinaldo, due angeli e tanti altri ancora. "Pupi
dispersi. Pupi ritrovati" è la mostra che da martedì prossimo
permetterà al pubblico (ingresso gratuito fino al 31 dicembre,
catalogo a cura di Elisa Puleo) di ammirarli nello storico
laboratorio dei Cuticchio in via Bara all'Olivella. Per lunghi
anni, Mimmo Cuticchio ha sperato che quelle 'creature' potessero
tornare nella 'loro' casa e così è stato prima del lockdown del
2020. Sembra la trama di un romanzo quella dei pupi tornati
nella loro città, che si apre 54 anni fa, quando Giacomo
Cuticchio è invitato a Parigi per uno spettacolo all'ambasciata
italiana e Mimmo è il suo braccio destro. Nella capitale
francese, Giacomo, Mimmo e l'aiutante Giuseppe Arini conoscono
Enrico Panunzio, intellettuale pugliese e grande appassionato
dell'Opera dei pupi, allora direttore della biblioteca
dell'Istituto italiano di cultura, il quale propone a Giacomo di
vendere a lui i pupi con i quali aveva realizzato lo spettacolo
parigino e di fermarsi per qualche settimana in modo da avviare
un teatrino nella sede della Librarie 73, in boulevard Sant
Michel. A Parigi, Mimmo dirige il teatrino per alcuni mesi, poi
torna in Italia per il servizio di leva. Poi comincia il suo
percorso, autonomo dal padre: nel 1971 nasce il gruppo Figli
d'Arte Cuticchio. Rientrato a Molfetta (Ba), Panunzio aveva
sistemato i pupi all'interno di Torre Pulo. In occasione di
qualche tournée, Cuticchio aveva rivisto le sue creature. Ma
quando nel 2015 Panunzio muore, i pupi restano ai figli Antoine
e Stephanie i quali a un certo punto si sono resi conto che il
loro posto era a Palermo. In casa ne hanno alcuni per ricordo.
"La speranza che i pupi potessero ritornare nel nostro teatrino
non mi ha mai abbandonato - dice Mimmo Cuticchio - e così due
anni fa i suoi figli, consapevoli che quei pupi erano rimasti
inanimati per troppo tempo e che avevano bisogno di mani esperte
e amorevoli, decisero che sarebbero tornati a Palermo perché
potessero rivivere nel loro luogo naturale: il palcoscenico del
teatrino dei pupi. Oggi li guardo - conclude - e non riesco a
nascondere la felicità di riaverli con me e anche loro mi
sembrano molto compiaciuti di ritrovarsi in teatro, con tanta
voglia di raccontarsi".
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