Un'ampia riflessione sul tema del
ritratto nel corso dei secoli, dal Quattrocento di Antonello da
Messina ai maestri del XX secolo, provenienti dalle collezioni
dei musei civici milanesi: Boccioni, Modigliani, Martini,
Marini, avviano un ideale e virtuale colloquio con l'opera di
Francesco Laurana. La mostra nasce dalla collaborazione tra
istituzioni e musei della Regione Siciliana e del Comune di
Milano, con il supporto di MondoMostre Skira. Venerdì il 9
agosto alle 18, alla presenza del governatore Nello Musumeci -
al Museo regionale "Agostino Pepoli" di Trapani, che ospiterà
l'esposizione fino al 10 novembre.
"Questa mostra, l'ultima del trittico dopo le due rassegne
antonelliane di Palermo e Milano - sottolinea il presidente
Musumeci - è un evento culturale di prima grandezza. Ho voluto
che si tenesse a Trapani, provincia nella quale il governo della
Regione intende investire con interventi di promozione, in cui
la cultura è chiamata a essere grande attrattore turistico e di
marketing del territorio. In questa visione, l'esposizione e la
stessa città diventano simbolo di come l'arte possa svolgere una
grande missione civile di coesione nazionale e cooperazione tra
Nord e Sud del Paese".
Si tratta di un progetto nato da tempo, uno scambio di
intenti che è cresciuto in occasione delle mostre costruite e
dedicate ad Antonello da Messina, che ha visto l'Annunciata e
parte della collezione dell'Abatellis, in colloquio diretto con
le altre opere del grande pittore. Una mostra che ha avuto un
grandissimo riscontro di pubblico prima a Palermo, poi a Palazzo
Reale a Milano. Progetto di collaborazione voluto dall'assessore
regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, a cui è dedicato,
dopo la sua scomparsa nel disastro aereo in Eritrea nella scorsa
primavera.
La mostra - a cura di Evelina De Castro e Anna Maria
Montaldo, direttori rispettivamente di Palazzo Abatellis a
Palermo e del Museo del Novecento a Milano, con la
collaborazione di Roberto Pini, su progetto espositivo del
direttore del Museo Pepoli, Roberto Garufi e di Laura Galvano -
racchiude undici capolavori dal Museo del Novecento e dalla Gam
di Milano. Opere che segnano un itinerario tracciato da grandi
personalità che incontrano idealmente gli antichi maestri
siciliani che, cinque secoli prima, diedero la svolta in senso
moderno al tema del ritratto. Dal Busto di Pietro Speciale di
Domenico Gagini e dal Busto di gentildonna di Francesco Laurana,
nella versione del Louvre furono tratti i due calchi in gesso
esposti in mostra: il primo fu presentato all'Esposizione
nazionale di Palermo del 1891-92, il secondo fu richiesto
probabilmente dall'archeologo Antonino Salinas, alla Gipsoteca
del Louvre per accostarlo al gemello originale marmoreo di
Eleonora d'Aragona, appena entrato al Museo nazionale. Laurana e
Gagini, interpreti inventori in Sicilia del ritratto umanistico
in scultura, divengono modelli artistici tra la fine
dell'Ottocento e i primi del Novecento.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA