"Sono pochi, anzi pochissimi,
coloro che denunciano". Lo ha detto, per quanto riguarda le
estorsioni e l'usura "tristemente presenti in provincia di
Agrigento", il questore Emanuele Ricifari. "Non abbiamo mica la
fila alla porta per denunciare, anzi spesso il soggetto vittima
ci nega l'evidenza. E questo è drammatico è che possa avvenire".
"In queste settimane ci stiamo occupando, e anche il nuovo
prefetto lo ha sposato, del ripristino delle regole. Come può il
cittadino fidarsi delle istituzioni se vede montare a cavallo,
durante la processione, il capomafia? Come può il cittadino
fidarsi delle istituzioni se viene consentito che ci sia
l'etichetta di una famiglia mafiosa sulla vara che trasporta una
figura sacra? - si è chiesto il questore - . Come può il
cittadino fidarsi se i primi referenti, soggetti che dovrebbero
rappresentare i cittadini, non rispettano le norme?".
"Esistono delle regole che sono banali e che spesso non hanno
costo, se non il fatto di volerle rispettare e che spesso
tendiamo a considerarle un fastidio. Non lo sono, sono le regole
del vivere civile - ha sottolineato il questore - . Se
riusciamo a recuperare e a chiudere questi spazi, chiudiamo le
porte alle organizzazioni mafiose e non e comunque
all'illegalità".
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