È rimasta a lungo nell'ombra,
sommersa dal cliché sulle "matrone" romane. E invece Antonia
Minore è stata una donna che ha avuto un ruolo importante nella
vita politica di Roma. Il suo ritratto marmoreo del I secolo
d.C., ritrovato a Pantelleria, è ora a Palazzo Reale all'interno
di "Meta", lo spazio permanente di arte e innovazione
tecnologica dove le opere diventano "immuni al tempo", ha detto
la direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
In questo luogo da due mesi si sperimenta l'innovazione
applicata ai beni culturali: i visitatori (sono stati diecimila
in appena due mesi) entrano prima nella "infinity room", poi
assiste al processo di smaterializzazione e materializzazione
dei capolavori artistici e scopre come avviene la creazione
dell'identità dell'opera. In pochi secondi può essere un avatar
sperimentando la sua riproduzione digitale.
L'obiettivo - hanno aggiunto il presidente della Fondazione e
presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, e l'assessore ai Beni
culturali, Elvira Amata - è quello di rendere le opere d'arte
fruibili a tutti e soprattutto ai giovani.
L'esperienza di andare oltre il reale per tuffarsi nel
virtuale è stata già proposta per il ritratto marmoreo di
Ottaviano Augusto, il "Giovinetto di Mozia" e il satiro
danzante. Ora si ripete con Antonia Minore protagonista, ha
sottolineato ancora Monterosso, di una fase di cambiamento nella
storia romana: "Alla sua figura si deve probabilmente l'emergere
di una nuova tipologia di matrona rispetto al ruolo assegnato
dalla tradizione storiografica alla donna in età romana".
Il suo ritratto marmoreo è stato ritrovato a Pantelleria con
altre due "teste imperiali" - quelle di Cesare e Tito -
nell'acropoli romana di Cossyra.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA